Pubblicato da Gabriella Parisi Cari Lettori,
«Il primo romanzo di Tracy Chevalier… Straordinario! Un vero trionfo!» Time Out
RECENSIONE
Veduta di Lisle-sur-Tarn
Francia Meridionale XXI secolo. Ella Turner, una giovane americana, si è trasferita con il marito — un ingegnere che ha avuto un incarico a Tolosa — a Lisle-sur-Tarn, una gradevole piccola cittadina sul fiume Tarn: non ha molto da fare, non può esercitare il suo lavoro di ostetrica; inoltre, da quando è arrivata in Francia fa uno strano incubo — in cui vede qualcosa di azzurro — da cui si sveglia sempre recitando qualcosa in francese. Ella decide di fare delle ricerche sulla sua famiglia, che proviene in parte dalla Francia e in parte dalla Svizzera. Il suo cognome era infatti in origine Tournier. Affiancata da Jean-Paul, il bibliotecario di Lisle-sur-Tarn, Ella risalirà l’albero genealogico fino al XVI secolo, a Isabelle e a sua figlia Marie — un nome insolito fra gli ugonotti — e cercherà di sapere come esse sono connesse con il suo incubo. Le due storie si dipanano parallelamente mostrando tanti punti in comune. Isabelle e Ella — anche questo nome sembra una contrazione del primo — si trovano a vivere in paesini piccoli, in cui tutti le osservano e rilevano ogni loro piccolo gesto. Sono trattate con diffidenza e non riescono ad integrarsi con la comunità: saranno sempre considerate delle straniere, delle outsider. Inoltre entrambe sono sage-femmes, levatrici, e pertanto non sono guardate di buon occhio. Inoltre entrambe soffrono di psoriasi e sono insoddisfatte del loro matrimonio.
Nicolas Tournier: Cristo in croce
con la Vergine, Maria Maddalena,
S. Giovanni e S. Francesco da Paola
«E poi c'è quel blu, quell'azzurro», soggiunsi. «Come nei quadri del Rinascimento. Il colore che usavano per il manto della Vergine. C'è un pittore... dimmi, hai mai sentito parlare di un certo Nicolas Tournier?»
Susanne si tirò su, aggrappandosi al bracciolo del divano. «Parlami di questo azzurro».
Finalmente un collegamento con il pittore. «È come se fosse diviso in due: in superficie il colore è più chiaro e luminoso e...» Mi sforzai di trovare le parole giuste. «...cambia con la luce. Ma sotto quella luce si cela una tonalità più cupa, oscura. Le due sfumature lottano fra loro, ed è proprio questo a rendere il colore così vivo e indimenticabile. Perché, vedi, è un azzurro bellissimo, però anche triste, forse per ricordarci che la Vergine piange sempre la morte di suo figlio, fin dal momento in cui il bimbo viene al mondo. Come se conoscesse in anticipo la sua sorte. Eppure anche dopo che lui è morto l'azzurro rimane meraviglioso, pieno di speranza. Sembra dire che niente è come appare, che le tenebre si nascondono sempre dietro la luce».
Questo azzurro, dietro la cui luce si nascondono sempre le tenebre, è l’unico colore che si percepisce nel racconto del XVI secolo, su cui aleggia costantemente un’atmosfera cupa — così come vuole la dottrina protestante. Per contrasto nella narrazione contemporanea si nota una luminosità, una vivacità dei colori — da cui però Ella cerca di sottrarsi, indossando sempre abiti di non-colori, come il bianco o le tonalità del panna e dell’avana — che simboleggia la liberazione dalle ombre e il desiderio di chiarire ogni mistero. Oltre all’azzurro, l’unico altro sprazzo di colore è rappresentato dal rosso dei capelli di Isabelle e Marie — prontamente nascosti sotto un fazzoletto —, che compare anche fra i capelli di Ella nel XXI secolo, un altro fil rouge che collega le donne della famiglia Tournier.
La ricostruzione storica delle guerre di religione fra ugonotti e cattolici, culminate con il massacro della notte di San Bartolomeo e che causarono l’esodo delle popolazioni protestanti verso la Svizzera, è perfetta: i personaggi del XVI secolo sono ignoranti, gretti, testardi e legati alle tradizioni pagane, che vengono spacciate per fervore religioso.
«La religione non è mai riuscita a cancellare del tutto la superstizione. Vedi, il cristianesimo si è semplicemente sovrapposto a credenze assai più antiche: le ha coperte ma non sono mai scomparse del tutto».
Un magnifico esordio per Tracy Chevalier, che si confermerà con i suoi successivi romanzi come una delle scrittrici di romanzi storici più suggestivi degli ultimi anni.