Lettera a Goodmorning Umbria
Se vieni in ospedale ti curo gratis, se stai a casa paghi tutto.
QUESTA E’ LA SANITA’
Il farmaco: Sandimmun Neoral è un farmaco antirigetto, usato anche in dermatologia per alcune patologie, il cui principio attivo è la ciclosporina, i cui effetti collaterali, talmente tanti (alcuni molto gravi) da non essere contenuti non in un bugiardino ma in un piccolo libriccino, tra gli altri sono l’alta tossicità per i reni e la propensione alla comparsa di neoplasie.
E’ per questi motivi che il dosaggio viene attentamente monitorato dal medico lungo tutta la terapia che, in soggetti trapiantati, come me, è lunga quanto la vita stessa del rene trapiantato.
Il Sandimmun Neoral non è da confondere con Sandimmun, il quale ha un assorbimento nell’organismo totalmente diverso, quindi in uno stesso individuo la posologia del Sandimmun Neoral non può essere la stessa del Sandimmun.
Perché spiego tutto questo? Perché stamattina, con la regolare impegnativa del mio medico, come mio solito (anzi, ricordo che al tempo fui invitata a non ritirare il farmaco nelle farmacie perché ciò comportava un carico più oneroso per il sistema sanitario nazionale) sono andata a ritirare le confezioni di Sandimmun Neoral, farmaco che assumo ormai da circa 16 anni, presso la farmacia dell’ospedale di competenza, trovando una sgraditissima sorpresa: dallo scorso 15 aprile, la farmacia dell’ospedale può dispensare il farmaco solo a chi è ricoverato o ha appena eseguito una visita nefrologica presso l’ospedale stesso.
Tutti gli altri, me compresa, devono ritirare il farmaco in farmacia. PERO’: in farmacia il farmaco che viene dispensato gratuitamente è il generico. Si penserà: quante storie! Ci hanno ripetuto mille volte che sono identici a quelli “di marca” ed hanno lo stesso principio attivo! Non sono identici affatto, e passi per la Tachipirina (o paracetamolo) se non vogliamo fare pubblicità (!). In questo caso il generico è simile al Sandimmun e NON al Sandimmun Neoral!!! Con gravi implicazioni per il proseguimento della terapia se il farmaco non viene ridosato dietro stretto controllo medico, e comunque con uno “shock” per l’organo trapiantato. Morale: se vuoi continuare la terapia con il Neoral devi pagare BEN EURO 84, 57 e 31 a seconda della posologia (100, 50 o 25mg). Nel mio caso prendo mattina e sera una capsula da 50mg.
E’ la vergona più assoluta, giocare con la salute di malati cronici che lottano OGNI GIORNO per mantenere in vita il loro organo trapiantato e che si trovano a far fronte a mille grandi e piccole patologie associate e paure.
Io rivendico il diritto al mio rene, alla mia salute, alla mia terapia ed al mio farmaco e non sono disposta a fare tentativi di cambiamento che possano pregiudicare il mio trapianto. La dialisi ha un costo molto alto e così le operazioni di trapianto e NON TOLLERO che le lobby delle case farmaceutiche e delle farmacie pregiudichino la mia vita e la mia salute, per la quale moltissime persone, dai chirurghi, ai nefrologi, alle infermiere, si sono adoperate, hanno donato il loro tempo, la loro disponibilità, le loro competenze.
Invito chi mi conosce e chi è vicino ad una realtà come la mia di diffondere questo messaggio quanto più possibile.
Lunga vita a noi ed ai nostri organi trapiantati, ultimo gesto di generosità di chi non c’è più, che così fortemente stride con gli interessi di chi lucra sulla pelle della gente.
Benedetta Tintillini
Commento: La sanità a volte ci regala queste perle, e dice al cittadino… se sei malata vieni in ospedale e ti curiamo gratis, se recuperi un po di efficienza e vai casa ti paghi tutto. Ma non si chiedono cosa significhi un farmaco antirigetto, il quale va usato proprio per evitare una “ricaduta” della malattia con rischi molto alti per il paziente. Questo cinismo burocratico mi indigna molto, lucrare sui malati cronici è quanto di più vile possa esserci per una struttura di sanità pubblica, sanità di cui ogni giorno sento decantare le lodi. Spero che qualcuno, responsabile di queste scelte, prenda coscienza di questa situazione che immagino coinvolga tante persone e non tutte possono permettersi di pagare “una tassa che sa di predatorio” di quasi 100 euro al mese per un solo farmaco. Sarò ingenuo ma mi aspetto una risposta. F.L.R.