Magazine Diario personale

La verità è che non gli piaccio abbastanza

Da The Old Pink Room
Oppure che è stupido.
O entrambe le cose.
Ma forse è meglio che vi racconti tutto dall'inizio.
Ma non tutto, sarebbe davvero una cosa lunga.
Tutto ha avuto inizio nel 2006.
Io gli piacevo davvero tanto, io, mah, insomma, sì, non mi dispiaceva, ma sì dai, proviamo a farla funzionare, ma sì dai, però sai cosa, ho trovato un altro che mi piace di più ma non te lo dico però ti lascio CIAO.
L'anno dopo, stessa solfa a parti invertite.
Io persa, lui no. Però uscivamo insieme lo stesso. Un'agonia che non vi sto qui a raccontare, un'estate tremenda, dovevo anche dare l'esame di diritto commerciale a settembre.
Poi il nulla per un po' di tempo.
Io mi sono trovata il moroso, lui si è trovato la morosa.
Lui ogni tanto si faceva sentire, mi chiamava al mio compleanno ma anche in momenti random (probabilmente quando litigava con la fidanzata). Io avevo la mia storia, mi faceva piacere sentirlo e morta là. Non mi facevo mai sentire io.
-Dissolvenza a stella-
Arriviamo ai giorni nostri.
A circa un mese e mezzo fa.
Interno giorno, una domenica mattina di nullafacenza totale in pigiama.
Suona il campanello.
Chi è adesso.
"Buongiorno, sono xxx, c'è Laura?"
"xxx chi?? COSA CAVOLO CI FAI QUA?"
"Sono venuto a trovarti."
Dopo CINQUE ANNI che non ci vedevamo.
Che non ci sentivamo quasi.
Dopo che ti sei trasferito lontano.
Mi capiti a casa.
Capisci che mi viene un infarto.
Chiacchiere chiacchiere, io sempre in pigiama ma con una felpa sopra, ovviamente struccata, un catorcio insomma.
"Ah sai, sono in ferie, resto una settimana dai miei"
"Ah, ok potremmo vederci allora" (il classico "Vediamoci per un caffè" buttato lì che non si mette mai in pratica)
"Mah, sì, chissà."
E invece mi scrive per chiedermi se usciamo la sera stessa.
Anche no.
Ci vediamo un'altra sera.
Anche lì, chiacchiere chiacchiere, allegria, risate, simpatia, ma alla fine IL NULLA della Storia Infinita.
Come vi avevo già accennato.
Continua a farsi sentire per un po', mi chiama addirittura un paio di volte, mi lancia delle sarde* grandi come la regione Lombardia, poi sparisce. O quasi.
Io mi incazzo non poco.
Ma me la metto via. Più o meno.
Finché l'altro giorno non gli chiedo se ci rivedremo prima di altri cinque anni, o se devo direttamente metterlo in agenda per il 2018. Lui mi risponde in un modo che mi fa piuttosto incazzare.
Andiamo avanti a scriverci e mi passa l'incazzatura.
Alla fine mi invita a cena. Ma in pratica è stata circonvenzione di incapace. Fosse stato per lui non credo ci saremmo visti.
Io mi sono messa il vestito di Mango che avevo preso qualche tempo fa e mi dico da sola che facevo la mia porca figura. No tacchi perché non esageriamo.
 Quindi mangia mangia mangia, parla parla parla, mi paga lui la cena (cosa che in trent'anni credo mi sia capitata altre due volte, forse una) (lo so, non è normale), vai a bere qualcosa, parla ancora (quanto cazzo parli, figlio mio?).
Vabè, senti, andiamo va'.
Ho visto una nutria nuotare nel fiume (bleahh) (Sara, Serena, Rubina, vi saluta tanto), sono sei ore che parliamo, io ho inteso che non c'è trippa per gatti, siamo superamiconi, quindi, dopo ALTRE chiacchiere di circostanza davanti alla mia macchina, risate, "Hai un capello bianco" "COSA STAI DICENDO?", gli dico "Bon, io vado, CIAO".
Mi sembra una cosa sensata. Avevo sonno. Era tardi. Me l'ero messa via.
Invece arrivo a casa e mi compare un messaggio "Non ho mica la peste bubbonica, perché sei scappata via così ALL'IMPROVVISO?" e ci ha messo in mezzo anche le parole "saluto lampo". SALUTO LAMPO? Eravamo là da SEI ORE! Ad un certo punto anche basta. Cosa dovevo fare ancora? Cosa voleva dire con 'sto cavolo di messaggio?
Io non ci voglio pensare più, però sarei curiosa di sentire altre opinioni.
Le mie le ho espresse nel titolo e nella prima riga del post.
Comunque adesso basta, io non faccio più niente. Eccheccavolo.
*dialettale, intraducibile, ma ci provo: credo che flirtare sia la parola che più si avvicina. Ma non rende.

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