Magazine Diario personale

La verità mi fa male lo so/1

Da Iomemestessa

Durerà da Natale a Santo Stefano, già lo so. Mi stancherò dopo la prima puntata, è quasi una certezza. Ma è da un po’ che ci penso, e adesso ci provo. Di seguito, i cinque fatti della settimana che m’han fatto partire l’embolo. Tutte le settimane. Se ci riesco (non a trovare i fatti, a scrivere il post)

1. Non sono ladri ma zappe/1.

E dilettanti, e pure scarsi. Alla fine è finita la vicenda delle famiglie italiane partite per il Congo per adottare dei bimbi e bloccate là da due mesi, per problemi con le procedure. E’ finita che loro son tornati, impossibilitati a trattenersi oltre, e i bimbi son rimasti là. Solo un Paese sull’orlo del baratro non riesce a risolvere una situazione come questa. Due le opzioni. O fai la voce grossa e li rimpatrii, adulti e piccini, con la forza. E poi, ma solo poi, la soluzione la trovi una volta che sono in Italia. O scegli la real politik e paghi quel che c’è da pagare e la risolvi uguale, che tanto, ‘ste procedure problematiche son solo mazzette da versare. La Kyenge è un’impedita, la Bonino invece una fine diplomatica (senza ironie). Troppo fine, però. A volte la voce grossa o la real politik son più funzionali. A me non importa, non si fosse ancora capito, se son ladri,  corrotti e se ci marciano. Capirai la novità. Però facciano quel che deve essere fatto quando deve essere fatto.

2. Non sono ladri, ma zappe/2.

E coglioni e dilettanti, sempre sì. Io non sono del tutto certa che i due marò trattenuti in India siano innocenti. Può essere di sì, può essere di no. Le prove, non so voi, non le ho viste. Ma non è questo il punto. Un giorno c’è la pena di morte, l’altro il permesso premio. La vicenda ha contorni grotteschi. In India montano un teatrino ad uso e consumo di politica interna, per placare le mille contraddizioni di un Paese che democrazia è solo di nome. In qualche modo, mesi fa, sei riuscito a farli rientrare in Italia. Non volevi renderli. Collezionando l’ennesima figura di merda di secoli di storia. Poi, decidi di rimandarli laggiù. Non per salvare la faccia alla patria, fosse mai un gesto di dignità, noooo, per le commesse di Finmeccanica. Che poi hai perso lo stesso. A dimostrazione perenne del fatto che non valete i soldi che vi paghiamo.

3. Forse non ci siamo capiti.

Qualcuno può spiegare al ministro De Girolamo che il problema delle di lei intercettate conversazioni non è il turpiloquio. Se la forma è discutibile, il contenuto è pure peggio. Sembra Mastella. Che però, parlava meglio.

4. Selezione all’ingresso.

Qualcuno faccia un fax a Renzi (citofonare comune di Firenze, se ogni tanto passa di lì) e lo avvisi che circondarsi di giovani, va bene. Che poi, giovani, son coetanei miei, che giovane non son più da un pezzo. Ma quelli che finora ci han messo la faccia (in tv) spiace dirlo, ma non son parsi all’altezza. Infilando, nei talk, una quantità di cazzate via l’altra. E’ vero che i talk non son tutto nella vita. Ma le cazzate proferite restano nel curriculum. Rottamare va bene. Se i rimpiazzi son adeguati. Circondarsi di gnomi per giganteggiare, invece, è prerogativa dei i pirla

5. Tarati sempre

Son quattro anni che mi sciroppo lo sguardo lombrosiano di Cota come presidente della Regione. Il TAR ci ha messo 4 anni a stabilire se che i risultati delle elezioni del 2010 non sono legittimi. La giunta resta in carica 5 anni. Questo significa che un presidente illegittimamente eletto ha governato la mia regione per l’80% del mandato. E poi la chiamano democrazia.


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