Magazine Diario personale

La via del tramonto è rossa.

Creato il 13 marzo 2013 da Riciard @riciard
La via del tramonto è rossa.  Ci ho pensato un bel po' prima di mettermi a scrivere questo pezzo, l'ho masticato e rimasticato. Perchè la Storia quando ti passa davanti va interpretata, bisogna chiedersi si abbiano a disposizione tutte le variabili e componenti del cambiamento. Sia che i fatti ci piacciano o meno. I risultati delle elezioni li sapete tutti. Partiamo non tanto da quelli, ma da "chi ha votato chi". Se si osservano i dati (http://www.demos.it/a00831.php) si scopre che Pd e Pdl hanno perso completamente i propri ceti di riferimento. L'operaio non vota Pd, ma M5s. Il disoccupato non vota Pd, ma M5s.
L'imprenditore non vota Pdl, ma M5s. Il che, mi concederete, è una cosa alquanto strana. Lasciamo da parte il Pdl per un attimo, semplicemente perchè da una condizione da perdente annunciato è arrivato ad uno 0,5% dal centrosinistra, per cui le proprie elezioni, loro, le hanno vinte. Il Pd ha chiaramente perso, sotto ogni punto di vista. Non sa parlare ai disoccupati, non sa parlare agli operai, non sa parlare agli imprenditori. Riesce a malapena a farsi capire dal ceto medio degli impiegati. Mi chiedo cosa abbiano detto Grillo ed il suo movimento ai disoccupati che io, onestamente, non sono stato in grado di recepire. Dov'è stata detta questa ricetta sul lavoro, sui psoti di lavoro, dove Grillo ha detto qualcosa su come difendersi dalla disoccupazione.
Il Pd l'ha detto, firmando il piano del lavoro di Cgil.
Grillo ha detto questo:
 
Dimentichiamoci la parola "lavoro", dice. Usciamo dall'euro. Riprendiamoci la lira. E, magicamente, autarchia. La parola "autarchia" la aggiungo io, ma viene di conseguenza. Non si parla di creare posti di lavoro. Per cui non capisco perchè un disoccupato lo abbia votato.Prendiamo gli imprenditori. Nello stesso discorso si dice: basta con la crescita. 
Quindi? Cosa succede, cosa facciamo? Qual è la linea teorica che segue, chi è lo stratega economico di Grillo? Cosa facciamo se usciamo dall'Europa, usciamo dalla nato, ristampiamo la lira e facciamo le statue ai contadini? La risposta, purtroppo, non la si trova nel programma (che trovate qui: http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf).
Sotto la voce "economia" si parla di ben poche cose, si pongono alcuni divieti, si mettono alcuni veti, ma non si vede una vera impronta. In primis, cosa significa "sussidio di disoccupzaione garantito"?
E' ben diverso, credo, da un reddito minimo di cittadinanza garantito (vedi qui: http://www.beppegrillo.it/2012/05/reddito_di_ciit.html) poichè il primo toccherebbe anche agli immigrati, il secondo no.
E il secondo sarebbe molto più in linea con quanto già espresso dal leader in questo post in cui Grillo sosteneva che i Rom provenissero dalla Romania (assurdo! Per chi non lo sapesse i Rom, i Romanì e tutti gli altri che qui in Italia chiamiamo gentilmente "zingari" sono in primis italiani a tutti gli effetti ed in secondo luogo provengono da una migrazione di seicento anni fa dall'India verso l'europa.) e che qui non ci fosse posto per loro: http://www.beppegrillo.it/2007/10/i_confini_scons.html
Continuo sull'economia. Cosa significa "favorire le produzioni locali"? Siamo nuovamente all'autarchia? Cosa significa "disincentivi ad aziende che generano danno sociale"? C'è scritto accanto "ad. es. bottiglie di acqua di plastica". La mia domanda è: chi è che decide che la mia azienda commette un danno sociale? Grillo? Uno che parla di immigrazione come visto sopra?
 In pratica il programma economico del M5s si riduce a tre cose senza senso e a molte cose condivisibili riguardo sprechi da tagliare sui costi dello stato, tagliando i quali, è bene precisarlo, NON si riesce a trovare fondi per una finanziaria, per cui NON si rilancia l'economia, si compie solo e solamente un giustissimo atto di coerenza con la popolazione che bene non se la passa.
Ritornando al principio, quindi, se escludo i gestori di impianti fotovoltaici ed eolici, se escludo i proprietari di tali impianti, se escludo le aziende che progettano e montano tali impianti (visto che ben tutta una pagina del "programma" è dedicata a questo) non vedo quale imprenditore possa aver votato con raziocinio il M5s.
Arriviamo agli operai. Valgono le stesse considerazioni fatte sopra. Se non si crea lavoro, se si continua a dire che grazie all'informatizzazione ed alla tecnologia dove c'erano venti persone oggi ne bastano due, e si accetta questa premessa senza pensare a come e cosa si può fare per sfruttare intelligentemente la tecnologia senza che ci si ritorca contro, allora non ci sarà posto per molti degli operai che lo hanno votato. Se non si danno incentivi alle industrie ed alle imprese per assumere, se non si creano i presupposti per cui sia conveniente assumere, nessuno assumerà. Per cui lavoreremo tutti o i campi (modello autarchico che come abbiamo visto piace molto) o lavoreremo nell'energia rinnovabile. Per il futuro o contadini o ingegneri.
Arriviamo alla scuola. Recito testualmente: "Abolizione dei libri di testo stampati, e quindi la loro gratuità, con l'accessibilità via internet in formato digitale". Io credo che questa sia pura follia. Abolire la carta stampata, in virtù di non si capisce quale qualità della rete. La rete ad oggi non può sostituire il libro di testo per il semplice fatto che la rete è libera, per fortuna e tutti possono scrivere ciò che vogliono. Me compreso. Le informazioni che si trovano in rete vanno dalle più esatte alle emerite ciofeche. Inoltre, e forse sono un conservatore in questo, e non me ne vergognerei, nel valore intrinseco del libro. In primis perchè alcuni studi scientifici dimostrano che il cervello memorizza la pagina, mentre ha difficoltà a registrare un supporto mobile, per cui studiare solo ed esclusivamente sul pc (o tablet etc) renderebbe il tutto più difficile. In secondo luogo perchè basta un guasto e perdi tutto. Il libro devi bruciarlo. In terzo luogo perchè sono contrario all'ingresso in pompa magna delle grandi aziende tecnologiche all'interno delle scuole. Non affronto le poche e banali cose scritte sotto "salute" e delle poche sotto "trasporti" (che sembrano più adatte ad un programma per candidato sindaco che per un premier che sia chiamato a dare risposte nazionali sul tema). Affronto piuttosto una domanda.
Chi è, quindi, che ha votato il M5s? Dicono, in tanti, che sia stato un voto di protesta, in massa, di persone che non ne potevano più e che non ne possono più di questo sistema e di chi ne fa parte. Di persone che vogliono un cambiamento, uno schiaffo al passato per guardare con coraggio al futuro. Chi, di queste persone, si colloca a destra, ha votato bene, secondo me. Ha votato un movimento fondato da un personaggio (che ne è il presidente, che ha messo come vicepresidente suo nipote e segretario il suo commercialista (vedi qui: http://www.huffingtonpost.it/2013/03/12/ecco-statuto-movimento-5stelle_n_2860351.html?utm_hp_ref=italy)) che, come abbiamo visto, è per un totale sostegno all'agricoltura, alle energie rinnovabili, per un taglio della crescita, per un sussidio di disoccupazione, per non accogliere gli immigrati, per uscire dall'euro, per uscire dalla Nato(al fine di dire: come siamo bravi noi italiani?), e poi non si sa cosa. Quello che viene dopo lo decide la rete, cioè un blog privato, di proprietà di Giuseppe Grillo, dove "democraticamente" si dovrebbe votare le proposte. Scrivo con le virgolette perchè la rete è più controllabile della realtà, basta sapere come fare. Chi, invece, idealmente di sinistra ma deluso, ha votato Grillo, ha minato la base socialista del paese. Socialista come va inteso per davvero il termine, e non in senso craxiano-berlusconiano. E credo che non debba essere spiegato il perchè, viste le cose appena scritte sopra. O meglio: fuori dall'Europa, taglio della crescita, nessun sostegno alle imprese (che non siano agricoltura o nel campo delle energie rinnovabili), abolizione del libro scolastico, dichiarata "non uguaglianza" dei non italiani davanti alla legge, nessuna proposta sul tema del lavoro e dell'occupazione, ed infine perchè si delinea un capo solo al comando, unica voce di un movimento che vorrebbe, tra l'altro, incline ad un voto unanime in ogni occasione (http://www.beppegrillo.it/2013/03/circonvenzione/index.html) Non è un caso, a mio avviso, che l'unico partito che non ha messo sul proprio simbolo il nome del candidato premier sia stato il Pd, perchè è l'unico a poter vantare alle spalle una scuola di pensiero. Il M5s, a guardare bene, ha messo il nome di Beppe Grillo nel simbolo senza nemmeno definire un candidato premier, e senza che lo stesso fosse candidato. Che è, a mio avviso, una contraddizione: nel mio simbolo c'è il nome di un privato.
 Come avrete capito non credo che il programma del M5s sia esaustivo, credo che in buona parte siano cose che un governo serio possa fare in pochi mesi. E poi? Qual è la politica estera del M5s? Dove si trovano i soldi per un reddito di cittadinanza? Cosa e come voteranno questi neo-eletti? Se, come scritto sul blog, così deve funzionare, voteranno ciò che gli verrà detto, e questo non può essere assolutamente socialista. Non è nemmeno liberale. Come minimo è oligarchico. Ma su questo non voglio soffermarmi oltre, per quanto lo ritenga un punto veramente negativo per il M5s, poichè dicono di voler portare avanti la partecipazione, per cui, magari, mi stupiranno in questo senso (per quanto io non creda nella democrazia partecipativa, ma questo è un altro discorso).
 Il problema adesso è: cosa accadrà? Bersani non riuscirà molto probabilmente a garantire un governo, Napolitano creerà un governo istituzionale che ci riporterà alle elezioni nel giro di qualche mese, dove Grillo, per effetto del "salto sul carro del vincitore" ha la possibilità di raccogliere oltre il 30% dei voti. Anche perchè il 25% che lo ha votato non ne è spaventato, anzi, ne è galvanizzato. E non so dire il perchè. Io ci vedo solo qualche battuta felice e tanta pochezza. E può darsi che mi sbagli, ed i fatti lo diranno. Il fatto attuale è che io non credo a nessuna delle sue ricette. E tuttavia non vedo una sinistra carismatica, capace di risolvere la situazione con serietà, capace di ottimismo e lungimiranza. Vedo Bersani, che io stimo, l'ho visto in campagna elettorale, fuori dalle piazze, nei programmi (anche troppo pochi) a parlare di impegni e periodo difficile da affrontare. Giustissimo, concreto. Ma perdente, è ovvio. Per questo Renzi sarà, forse, il cavallo di battaglia del Pd, della sua voglia di rinnovarsi, e tuttavia sarà, ai miei occhi, la scelta perdente. Una scelta liberista, democristiana, che non riuscirà a parlare ai disoccupati, agli operai e che forse parlerà, invece, agli imprenditori, rendendo il Pd un qualcosa ben oltre la terza via di Blair. Rendendolo un partito liberale, liberista, relegando così la sinistra in un ruolo talmente marginale da farci rimpiangere anche i Comunisti Italiani.

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