Via Frate Gherardo, a sinistra le case dei terragli a sera,a destra si intravede l'ex convento San Bernardo
Come dice lo stesso nome Gerardo (o Gherardo) da Borgo San Donnino era originario di Borgo San Donnino (l'attuale Fidenza), non è nota la sua data di nascita. Le principali notizie su di lui, tutte antecedenti al 1254, ci sono pervenute attraverso gli scritti di Salimbene de Adam che ebbe modo di conoscerlo personalmente. Ne apprezzò le qualità umane e intellettuali. Il cronista parmense ci descrive infatti Gerardo come "giovane morigerato, onesto e mite", tanto da mettere in dubbio la sua borghigianità.
Francescano ed ardente partigiano di Gioacchino da Fiore, fu autore di "Introductorium in evangelium aeternum" (1254) diffuso insieme alla Concordia Novi et Veteris Testamenti di Gioacchino. Nella sua introduzione Gerardo sosteneva che gli scritti di Gioacchino costituissero il "vangelo eterno" che, completandolo, sostituiva il Vangelo di Cristo. L’opera fu condannata ad Anagni (1255) e Gerardo fu sospeso dal ministero sacerdotale. Insistendo nella sua dottrina, fu processato (1258) a Parigi, senza mai abdicare alle proprie convinzioni. Rimase in carcere per diciotto anni e morì in Sicilia nel 1276, senza conforti religiosi, privato della sepoltura ecclesiastica e inumato in terra non consacrata: "sepultus in angulo orti".

Gioacchino da Fiore fu teologo; esegeta; apologeta; riformista; filosofo; asceta; profeta; oppositore dell'Ordine, cui oppose una Confraternita minore dettaflorense; nato nel cosentino intorno al 1130 da Emma e dal ricco Notaio Mauro di Célico; collocato da Dante fra i Beati sapienti (XII Paradiso, 140/141) :
...E lucemi da lato
il calavrese abate Gioacchino
di spirito profetico dotato...
Il contenuto di Introductorium in evangelium aeternum, il libro non ci è pervenuto in quanto ne fu ordinata la distruzione, è stato ricostruito nelle sue linee essenziali utilizzando verbali della commissione che ebbe dal Papa l'incarico di esaminarlo ed estratti dei maestri parigini.
Gerardo esasperava i concetti espressi da Gioacchino da Fiore in netta discordanza con lo stesso abate florense. Definì le opere di Giochino alla stessa stregua dei Vangeli, dichiarando che il Nuovo Testamento terminava nel 1200 predicava una terza era, quella dello Spirito Santo illuminata dalle personalità di Gioacchino, di Domenico e di Francesco

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Anche in questa via non mancano i segni
del proverbiale cattivo gusto dei fidentini

Troviamo ancora i giochi di tetti e coperture tradizioneli
anche se contaminati da barbarie contemporanea.





