La Via Francigena è un percorso di pellegrinaggio che da Canterbury, in Inghilterra, giunge fino a Roma. Passa attraverso la Francia – Calais e Besançon, solo per citare le tappe più note – e la Svizzera – Losanna – per poi giungere in Italia attraverso Aosta.
Il percorso peninsulare della Via prosegue verso Pavia, Piacenza, Parma e attraversa anche la provincia senese, dove fa tappa in primo luogo a San Gimignano. Qui tocca località che conservano la loro cultura medievale grazie alle architetture dei palazzi, delle chiese, delle piazze e delle strade che ancora oggi testimoniano la loro importanza su un tragitto che coinvolgeva migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo occidentale. Oggi la Via è ancora percorsa da molte persone – soprattutto da turisti e curiosi – ma in pochi si cimentano nella sua interezza senza avvalersi di mezzi motorizzati.
Eppure c’è ancora qualche intrepido camminatore che si avventura a piedi, a cui soprattutto nella provincia di Siena viene segnalata la direzione con appositi cartelli, in modo da offrire i tratti collinari più suggestivi senza il rischio di perdere la rotta o ritrovarsi su una carreggiata attraversata dalle macchine. Inoltre lungo il percorso si trovano ostelli e rifugi che applicano tariffe agevolate ai pellegrini certificati – tramite precise credenziali da ritirare presso i centri pastorali attrezzati all’occorrenza – e che spesso sono un’eredità dell’antica pratica di pellegrinaggio. Non è poi tanto difficile che sulla strada qualche pellegrino riconosca un compagno e lo saluti con il tradizionale “Utreia!” – più avanti – per sentirsi rispondere “Suseia! – più in alto.
Su questo percorso si trova anche Siena, cittadina di straordinaria bellezza legata ad antiche tradizioni che ancora oggi si manifestano chiaramente nel celebre Palio e nella divisione in contrade. La Via attraversa il centro storico della città, entrando da Porta Camollìa dove i pellegrini vengono salutati con le parole scolpite in latino cor magis tibi sena pandit: “Siena ti apre il suo cuore”. Attraverso le contrade dell’Istrice, della Lupa, del Bruco e della Selva si giunge fino al duomo della città, di fronte al quale l’Ospedale di Santa Maria della Scala – oggi adibito a museo – accoglieva i viandanti.
Porta Camollìa (XII secolo), all’ingresso della città, saluta i pellegrini con le parole “cor magis tibi sena pandit” – Siena ti apre il suo cuore. Una fonte battesimale nella Contrada dell’Istrice: dopo il battesimo canonico in chiesa, il battesimo della contrada. La sede della Contrada dell’Istrice. Giovani ragazze della Contrada della Lupa con i fazzoletti che ne riportano i colori tradizionali. Piazza Salimbeni, tradizionalmente il cuore finanziario della città e sede una volta della banca pubblica di Siena. Sulla facciata di Palazzo Salimbeni i volti in pietra omaggiano le personlità più illustre della città (ovviamente solo quelle maschili). La colonna nella Contrada della Lupa ricorda che secondo la leggenda Siena fu fondata da Senio, figlio di Remo. Loggia della Mercanzia, sede della corporazione dei mercanti: i volti dei santi sono scolpiti in direzione di Firenze, da cui Siena doveva proteggersi. La facciata del duomo di Siena: la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Piazza del Campo vista dalla cima della facciata del duomo. Siena vista dalla cima della facciata del duomo. Il duomo visto di fianco. Piazza del Campo, dove si svolge il celebre Palio di Siena. Piazza del Mercato.Flavio Alagia
Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sud Africa… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.
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