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La via per Samarcanda. Immagini da un mercato

Da Elle_lx
Ho in mente la mitica Samarcanda, crocevia  di culture prospero di commerci e di storie di uomini venuti da terre lontane diretti chissà dove, mentre cammino verso la Feira da Ladra.
È un po' così questo mercato dalle origini addirittura medievali e che nel corso dei secoli ha cambiato più volte sede: passi di là e sei diretto chissà dove, anzi, anche se non lo sai sei già pronto a perderti.Eccentrico, stravagante, pazzo, a tratti kitsch, esagerato, stralunato ed azzardato deposito di oggetti perduti, ritrovati, riciclati, rubati dal tempo e nel tempo. Bisogna attardarsi tra queste chincaglierie: spesso la merce è posta direttamente a terra, su tappeti, sedie, sul marciapiede, appesa, accatastata in cassettine, accanto alla porta di un furgone, ovunque, uomini sommersi di passato e di trapassato, in un fiume di colori e di materiali che cattura e risucchia in un vortice di curiosità e di fantasia.Un vero simulacro, una rappresentazione all'aria aperta della macchina tritatutto che è il tempo che travolge le cose, che le deforma e le reinventa. Ogni oggetto ha la sua storia, e centinaia di migliaia di storie si intrecciano in quest'ammonticchiarsi di materia multiforme che rimane lì in attesa di occhi innamorati a cui poter parlare.
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Ci si trova di tutto ed oltre: oggetti dematerializzati, con il più delle volte prezzi totalmente simbolici, stanno lì in attesa di trovare l'ennesimo posto nel mondo. Cose di epoche remote son pronte per il loro viaggio nel futuro.Oltre ad abiti, scarpe ed accessori, sfilano giocattoli ed utensili anteguerra, vecchi lampadari, sedie, cassetti divelti, orologi senza lancette, bambole senza occhi, fotografie ingiallite di donne ed uomini della Belle Époque, cartoline da tutto il mondo con francobolli ed indirizzi e i saluti dalle vacanze, spartiture di pianoforte, un'intera collezione di libri di fantascienza del tipo "Il cataclisma cosmico" o storie di naufraghi e isole segrete, grammofoni che suonano vecchie canzoni anni '40, vasellame, racchette da tennis, fioretti, tazzine, piatti, tenaglie, elmetti e caschi dalle trincee di guerra, valigie che hanno affrontato troppi viaggi, vinili, mangianastri, vecchi computer e loro componenti elettroniche, macchine fotografiche di tutte le ere, strumenti musicali o ciò che ne resta, tricche tracche, mi sono persa.
È la fiera dell'eccesso, ed è molto divertente anche osservare i personaggi che vi si aggirano!
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Tra l'assortita ferraglia...caldaie a gas.

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Prototipo di bidet da camera?


Il mio bottino è stato magro, ma c'è da dire che difficilmente riesco a comprare molto in posti del genere: uno perché spreco tutte le energie nel guardare, e due perché sostanzialmente comprerei tutto.
Comunque ho portato a casa sei tazzine da caffè di vetro verde anni '70 (per soli due euro)...
...e una colazione con questa vista sul Tejo che fa proprio iniziare il weekend di buon umore.
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