Non saprei. I filari innevati mi lasciano sempre senza fiato. La luce della collina mi abbaglia, i tralci color legno spuntano timidamente dal bianco e sembrano saltellare qua e là lungo i campi. Tutto tace, tutto è silenzio, l’aria è pungente, si respira una calma che ti dice fermati, osserva, riposa. È l’inverno. Alle spalle la spossatezza della vendemmia, le piogge autunnali, il trambusto del cambio di stagione. Ora tutto è immobile.
Però…che voglia di giornate lunghe, di cielo azzurro da far scappare le nuvole, di aria calda che ti toglie il respiro. Il verde dei filari corre vivace verso l’orizzonte. I tralci sono gonfi, osservano i campi brulli svuotati dal grano. È l’estate. Tutto sembra immobile, ma l’attesa è tangibile: quella trepidazione dei grappoli che aspettano il raccolto.
Non saprei quale vigna è più bella. Anch’io come lei seguo le stagioni. Amo la vigna innevata dell’inverno quando è tempo di rifugiarsi al fuoco di un caminetto acceso. Amo la vigna d’estate quando è il momento di godersi le vacanze. E ogni volta che catturo una fotografia mi dico che quella è senz’altro la vigna più bella dell’anno.
Perché trovo strepitosi i colori brillanti dei vigneti in primavera e impazzisco di fronte alle viti infuocate d’autunno. Ma questa è un’altra fotografia.