Torre Annunziata. Il sito Unesco di Oplontis ha ospitato per una sera una festa privata sponsorizzata da una azienda straniera con circa settanta invitati. La festa ha scatenato polemiche tra i tecnici del settore culturale e turistico, oltre agli stessi abitanti che rivendicano la Villa di Poppea come un patrimonio da salvaguardare e non da svendere per feste private. In realtà la festa, o meglio l’uso temporaneo di un luogo culturale, dietro pagamento di un canone è previsto dal Codice dei Beni Culturali. Nel caso del sito archeologico di Oplontis, con 5.000 euro di affitto la Soprintendenza ha concesso la sola area del giardino per poi finanziare i dovuti lavori di mantenimento e restauro che la villa necessita, essendo stata inoltre esclusa dalle visite serali previste dal programma delle “Notti al museo” stabilite dal Ministro Franceschini, e quindi senza ulteriori introiti per un sito di duemila anni, suggestivo, elegante che deve rientrare assolutamente a pieno regime turistico.
Oplontis party, foto Metropolis web
La sponsorizzazione inoltre di un sito culturale, così come previsto dalla legge Ronchey, deve essere svolta nel rispetto delle norme di tutela e decoro del bene, e oltre a portare ulteriori entrate nelle casse degli Istituti Culturali, riutilizzate poi per nuovi lavori di manutenzione, può essere anche un modo di avvicinare la cultura odierna agli antichi costumi. E scoprire che quelli di un tempo erano di gran lunga più eleganti.
(foto metropolis web)