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La violenza del laicismo francese e del presidente Hollande

Creato il 16 luglio 2013 da Uccronline

ArrestoOrmai è ufficiale: il nuovo Zapatero si chiama Francois Hollande, attuale presidente francese. Lo ha stabilito il consueto rapporto annuale sulla libertà religiosa nel mondo redatto dagli Stati Uniti che ha citato la Francia mettendola sullo stesso piano di altri Paesi noti per la violenza antireligiosa, come Cina, Arabia Saudita, Iran, Pakistan ecc.

Il rapporto accusa sopratutto la «laicità troppo aggressiva» della società francese «che non permette alle persone religiose di esprimere a pieno la propria fede». Il riferimento non è solo alla legge che vieta alle donne musulmane di portare in pubblico il velo integrale, ma anche alla situazione dei cristiani. «Con la sua ferrea interpretazione della laicità», si legge nel rapporto americano, «il governo francese non permette a nessun dipendente pubblico di indossare simboli religiosi o abiti religiosi al lavoro. Il presidente Francois Hollande e altri membri importanti del governo hanno pubblicamente espresso la volontà di estendere il divieto anche ad alcuni luoghi di lavoro privati» dove ci sia la presenza di bambini.

Il governo francese ha anche imposto, in perfetto stile ateo-sovietico, il “principio di laicità” sul suolo privato, vietando agli assistenti materni che accolgono bambini nelle loro case di esternare qualsiasi segno religioso. Il vicedirettore de “Le Monde Diplomatique” si è chiesto se sia necessario che la polizia entri nelle case per verificare se qualcuno stia pregando o abbia un’immagine religiosa appesa ai muri, osservando che Hollande si indigna per i comportamenti violenti della polizia religiosa dell’Iran ma poi «esige che si vada a verificare, al domicilio personale, le convinzioni di ciascuno».

La fobia anticristiana del governo francese è comunque nota da tempo: a Pasqua il presidente Hollande ha preferito ignorare la festività cristiana, mentre lo scorso agosto aveva “benedetto” la comunità musulmana in occasione del Ramadan (“indirizzo tutti i miei auguri di felicità, di salute e di successo ai musulmani di Francia”). Nel gennaio 2013 il ministro dell’Interno, Manuel Valls ha annunciato che il governo, tramite i prefetti, terrà sotto osservazione i gruppi sospetti di “patologia religiosa”, ovvero islamisti, ebrei, ortodossi e cattolici militanti. Un recente disegno di legge intendeva invece permettere ai datori di lavoro privati di impedire ai dipendenti di portare addosso simboli religiosi.

Il matrimonio omosessuale non è stato votato tramite un referendum, nonostante la richiesta delle oceaniche proteste dei cittadini. Inoltre, nelle immagini televisive è stato mostrato come il numero dei deputati presenti in aula al momento del voto fosse bassissimo, eppure il numero dei voti è risultato alla fine essere ben superiore al numero di quelli presenti in aula, generando altre polemiche. In video sul web viene invece mostrato che ad alcuni deputati è stato impedito di entrare nell’Assemblea per votare. Il ministro degli Interni, Valls, ha inoltre represso le manifestazioni pacifiche e i numerosi video mostrano poliziotti lanciare gas lacrimogeni contro i manifestanti con tanto di famiglie con i bimbi in carrozzina e anziani. Tantissima gente è stata arrestata ingiustamente, costretta a pagare multe o essere trattenuta a lungo in questura soltanto perché indossava la felpa con il logo della manifestazione (una famiglia naturale), arrestati anche i sacerdoti che hanno protestato con la polizia per questa discriminazione. Uno studente di 23 anni, Nicolas Bernardè stato mandato in carcere, accusato di aver manifestato (pacificamente) assieme a 1500 persone davanti all’edificio del canale di TV M6, mentre il Presidente Hollande parlava ai Francesi. Tante vergogne che il Ministro non ha mai voluto riconoscere, rifiutandosi di scusarsi, e per questo, assieme agli altri ministri, è stato denunciato per violazione dei diritti umani al Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite dal Centro europeo per la Legge e la Giustizia (ECLJ).

Proprio qualche giorno fa, invece, il ministro dell’Istruzione di Parigi Vincent Peillon (nipote dell’inventore della pillola abortiva RU486 e figlio del direttore della prima banca sovietica al di fuori della Unione Sovietica), ha affermato: «Non si potrà mai costruire un paese libero con la religione cattolica». Ha quindi inneggiato alla rivoluzione francese invitando però a completarla dal punto di vista spirituale: «abbiamo lasciato la morale e la spiritualità alla chiesa cattolica. Dobbiamo sostituirla. Bisogna inventare una religione repubblicana, e questa nuova religione è la laicità». Tutto dovrà partire dalla scuola: «E’ come una nuova nascita, una transustanziazione che opera nella scuola e per la scuola, la nuova chiesa con i suoi nuovi ministri, la sua nuova liturgia e le sue nuove tavole della legge». Lo scorso novembre aveva affermato: ««I professori non possono insegnare certe materie liberamente», esortando gli istituti cattolici a non discutere in merito al matrimonio perché «c’è il rischio di cadere nell’omofobia».

Non stupisce affatto che Hollande sia il presidente meno amato dai francesi nella storia recente, essendo oggi al minimo dei consensi (76% non lo rivoterebbe). D’altra parte, al contrario suo e del suo governo, l’89% dei francesi ritiene la religione cattolica del tutto compatibile con i valori della società francese (il 74% non la pensa così per quanto riguarda l’Islam), secondo un sondaggio Ipsos.

La redazione


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