Giovedì 18 Aprile 2013 12:19 Scritto da Giuseppe Fanciulli
Nessuno l'aveva voluta; chi aveva allungato la mano, per prenderla, si era bucato le dita, perchè essa era ancora tutta racchiusa nel mantello spinoso.
Poi le foglie secche, e poi la neve si erano ammucchiate sopra la castagna e l'avevano fatta sprofondare nella terra buia.
- Come sono stata disgraziata - pensava la castagna. -Valeva proprio la pena di maturare per poi finire così! chissà le mie sorelle come saranno allegre nelle case degli uomini! Ora marcirò e tutto sarà finito. Bel divertimento!-
Per fortuna la castagna si addormentò, e così per molto tempo non ebbe pensieri malinconici.
Poi la neve si sciolse, i torrenti della montagna fecero un gran rumore, e la castagna si svegliò.
Qualcuno andava a cercarla lì, sotto la terra nera: ed era la Vita, la più meravigliosa delle fate!
La Vita era vestita come un raggio di sole, e camminava senza fermarsi mai.
Così non ebbe paura del riccio, delle spine, ne della buccia dura, e arrivò fino alla castagna sbalordita.
- Vieni, amica mia! - disse semplicemente; e continuò al sua corsa, perchè le cento e cento creature, nella terra buia, l'aspettavano.
Anche la castagna sentì subito un gran desiderio di muoversi, di salire verso l'aria e il sole.
Da lei nacquero le radici, poi le foglie, i rami, tante foglie ancora...
Dopo molte primavere e molti inverni, l'albero si coprì di fiori e poi di ricci spinosi.
Il cuore della veccia castagna, che stava nascosto nel tronco, ricordava i giorni lontani.
- Io mi disperavo per la mia miseria, - pensava - e non sapevo che sarei diventata tanto grande e che avrei prodotto tanti altri frutti.
E benediceva la Vita...