LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia ...

Da Eleonoraely

LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia Suora STIGMATIZZATAAnna Caterina Emmerick 
Capitolo v
I SANTI RE MAGI

Notizie intorno alla tradizione dei Re Ma gi. 66 – Visioni di Suor Emmerick degli antenati dei Santi Re, cinquecento anni prima di Cristo. 67 – Adorazione dei pastori. 68 – I tre pastori aiutano San Giuseppe mentre le donne essene servono la Santa Vergine. 69 – L’ancella di Anna giunge da Maria Santissima – La violenza di Erode. 70 – La circoncisione di Cri­sto – Il santo nome “Gesù”. 71 – Elisabetta giunge alla grotta. 72 – I Magi si mettono in viaggio verso Betlemme. 73 – Altre visioni sui tre Magi - Il viaggio prosegue. 74 – La lunghezza del viaggio. 75 – La carovana dei Magi – Il re di Causur. 76 – L’osservazione delle stelle presso i tre Magi – La stella di Giacobbe. 77 – La scala di Giacobbe e i simboli primi­tivi dell’Avvento e della venuta di Maria. 78 – Maria avverte l’arrivo dei Magi. 79 – I doni di Anna alla Santa Vergine. 80 – Il lungo viaggio dei Magi continua: in cammino verso il Giordano – Visioni della Veggente sulle tappe e le vicende del viaggio. 81 – L’arrivo di Anna alla grotta – I tre Re passano il Giordano. 82 – L’arrivo a Gerusalemme dei Magi – Erode èsconvolto. 83 – I tre Re si presentano ad Erode e ripartono per Betlemme. 84 – La stella indica ai Magi la Grotta del Presepio. 85 – Gioia e commo­zione dei Magi alla presenza della Beata Vergine. 86 – Giuseppe alloggia i tre Re. 87 – L’inquietudine di Erode. 88 – Un Angelo avverte i Santi Re del pericolo erodiano. 89 – Misure delle autorità di Betlemme contro i Magi – Zaccaria di Juta visita la Sacra Famiglia. 90 – La Sacra Famiglia si nasconde. 91 – De lacte Sanctissimae Virginis Mariae (il miracolo del latte di Maria). 92 – Celebrazione della ricorrenza delle nozze di Maria San­tissima. 93 – Preparativi per la partenza. 94 – Anna Caterina Emmerick: le reliquie dei tre Magi. Notizie intorno alla tradizione dei Re Magi. Suor Anna Caterina Emmerick ebbe numerose visioni sui Re Magi, personaggi profondamente radicati nella nostra tradizione cristiana e cat­tolica; si rendono perciò in questo capitoletto alcune notizie generali ad essi relative.


Secondo gli studiosi biblici incerto ancora sarebbe il numero dei Magi e leggendario il carattere regale. I nomi attribuiti loro dalla tradi­zione popolare compaiono solo verso il VI secolo e sono: Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Il primo arabo, il secondo persiano e il terzo indiano. Storicamente i Magi sono i sacerdoti del mazdeismo; si pensa che essi ne furono addirittura gli stessi fondatori. 

La condizione sacerdotale raggiunta mediante un rito sacrificale avrebbe conferito loro poteri supernormali. Il nome “Magi” deriva da “maga”, attribuito ai greci che, quando entrarono in contatto con i per­siani, li definirono appunto come “magici” (da maghiskos).  Alcuni scrittori cristiani dell’antichità esprimono differenti pareri, col­locando il paese d’origine dei Magi in Arabia, in Persia oppure in Caldea. Nel V secolo il papa San Leone presenterà i Magi come “le primizie della Gentilità” (Sermone XXXV,2). Nel corso dei primi secoli cristiani le raffigurazioni pittoriche li pre­sentano in generale vestiti con l’abito consueto dei Persiani. Si specifica spesso il significato simbolico dei loro doni: la mirra allude alla morte o al sacerdozio, l’oro alla regalità, l’incenso alla divinità. Dalla loro com­parsa ci vorranno otto secoli perché la leggenda fissi il loro numero, i loro nomi e le funzioni. In Oriente, dove lo studio in senso mitico delle stelle rimane tut­t’ora molto più diffuso che in Occidente, il “Libro della Caverna dei tesori” (VI secolo) racconta che i Magi avevano visto una stella (costel­lazione) che raffigurava una fanciulla con un bambino che portava una corona. Andarono a cercare oro, incenso e mirra, che Adamo ed Eva aveva­no posto in una caverna per il giorno in cui fosse sorta quella costella­zione, e partirono per Betlemme. I Magi sarebbero poi stati battezzati dall’apostolo Tommaso e lo aiutarono ad evangelizzare il loro paese. Un' altra leggenda, di provenienza armena, precisa che essi erano tre fratelli e rappresentavano tre popoli differenti. I tre Santi Re sono invocati contro la grandine, le tempeste e i pericoli dei viaggi, contro la stregoneria e i malefici. Proteggono anche dalla febbre, dal mal di testa, dall’epilessia e dalla morte improvvisa. Secondo la Tradizione Cristiana le reliquie dei loro corpi sarebbero state conservate a Milano, poi con Federico Barbarossa sarebbero state tra­slate a Colonia. Nel 1903 alcune ossa dei Magi furono restituite a Mi­lano. Questi personaggi sono ricordati incisivamente nel Vangelo di Matteo (2,1-12) come visitatori e adoratori del bambino Gesù.

66 – Visioni di Suor Anna Caterina Emmerick degli antenati dei Santi Re, cinquecento anni prima di Cristo
Una volta ebbi la grazia di vedere quanta misericordia ebbe Dio con i pagani. Gli antenati dei tre Re Magi, cinquecento anni prima del Na­tale di Cristo, erano assai ricchi e potenti, avevano riunite sotto un solo scettro numerose province. 

Essi abitavano in accampamenti di tende; invece l’altra tribù che viveva ad oriente del mar Caspio, aveva gli abitati di pietra perché le abitazioni erano esposte allo straripamento delle acque. Questi popoli dediti all’astronomia, avevano usanze culturali molto crudeli: immolavano i vecchi, gli storpi e perfino i fanciulli. Il rito da loro in uso era veramente orrendo: avvolgevano i bambini in una veste bianca e li ponevano in una caldaia dove li facevano cuocere. Nei tempi successivi, quando fu predetta a quei ciechi la nascita del Salvatore, tali riti tremendi furono finalmente aboliti. Tre figlie di re, dotate di spirito profetico, ebbero tutte con­temporaneamente la certezza che nel futuro sarebbe sorta una stella da Giacobbe, e che una Vergine senza opera d’uomo avrebbe ge­nerato il Salvatore. Esse vestivano tuniche e lunghi mantelli, andavano predican­do per quei paesi il miglioramento dei costumi ed annunciavano l’arrivo del Salvatore. Dissero inoltre che un giorno sarebbero giun­ti i servi del Signore ed avrebbero mostrato il vero culto da tri­butarsi a Dio. Predissero molte altre cose fin dopo gli avvenimenti dei no­stri tempi. Le profezie delle tre vergini accennavano ad una certa costella­zione ed alle alterazioni che sarebbero conseguentemente venute. Ne provenne quella costante osservazione degli astri che veniva fatta dalla sommità del colle. Seguendo le indicazioni simboliche delle costellazioni, e i vari cambiamenti stellari, i padri delle veggenti introducevano riforme e cambiamenti nel tempio, nel culto e negli addobbi. Offrivano pure sacrifici alla futura Madre del Sal­vatore, continuando però con il loro culto sanguinoso. Il tempio era costituito da una tenda che veniva cambiata continuamente con stoffe di diverso colore. Tra le riforme più importanti operate alla loro antica tradizione si annovera il passag­gio della loro festa di riposo dal giovedì al sabato (questo fatto mi parve molto significativo). Conosco anche il nome pagano di que­sto giorno: tanna o tannada. Gesù venne al mondo nell’anno 3997.


67 – Adorazione dei pastori
Visioni di domenica mattina, 25 novembre
Alle primi luci dell’alba, i tre capi dei pastori arrivarono alla grotta dov’era nato Gesù portando 
i doni che avevano raccolto e che consistevano in animaletti somiglianti a caprioli o forse capretti, in ogni modo diversi da quelli che conosciamo noi. 

Avevano il collo lungo, occhi piccoli e chiarissimi, pelle finissima e corpora­tura snella. I pastori li conducevano legati da lunghe e sottili cordicelle. inoltre portavano sulle spalle degli uccelli uccisi e legati insieme su lunghe aste. Sotto al braccio ne portavano altri più grossi, ancor vivi. Vidi pure altri doni. San Giuseppe si affrettò ad accoglierli cordialmente: i pastori gli dissero che erano venuti ad adorare il Bambino della promes­sa messianica, rivelato loro dagli Angeli durante la notte. Quindi offrirono quello che avevano portato; Giuseppe accettò umilmente i doni e condusse i pastori dalla Vergine e dal bambino Gesù vi­cino alla mangiatoia. Quei devoti, impugnando ancora i bastoni, si genuflessero in grande umiltà, contemplando in adorazione per lungo tempo il Santo Bambino; senza poter proferire parola dinanzi a tanta magnificenza e luce. Istintivamente intonarono l’inno che avevano udito quella notte dall’Angelo ed un salmo molto bello. Quando si congedarono la Vergine porse nelle loro braccia il Bambino, ed essi, dopo averlo contemplato, glielo restituirono pian­gendo di gioia. Poi lasciarono la grotta commossi.Domenica sera, 25 novembre
La Veggente trascorse la giornata in gravi sofferenze fisiche e spirituali, appena cadde in estasi disse di essere stata trasportata in Terrasanta e di aver visto Gesù tentato dal demonio nel deserto. 

Quasi contemporaneamente disse di vederlo pure come neonato nel presepio venerato dai pastori della torre. Dopo aver pronunciato queste parole, l’estatica con rapidità sor­prendente, si levò dal suo giaciglio e corse alla porta della sua stanza chiamando le persone che si trovavano nell’anticamera: “Venite presto! Venite ad adorare il Bambino; Egli è qui, vici­no a me!”. 

Parlando con un entusiasmo incredibile, ritornò subito a letto tutta raggiante e prese a cantare il Magnificat, il Gloria, e alcuni altri inni semplici ma dal significato com­movente e profondamente mistico. Il giorno seguente con voce chiara e dai toni mielati, Suor Emmerick continuò a narrare.
I pastori con le loro famiglie avevano recato molti doni: uc­celli, uova, miele, tessuti di vari colori, fascetti di piante con grandi foglie. Queste piante avevano delle spighe ripiene di grossi grani. Vidi ancora i pastori inginocchiati dinanzi al Bambino intonare Salmi assai graditi all’orecchio, il Gloria e alcuni cantici dai versi molto brevi. Io cantai con loro: “O fanciullino, tu sei del colore della rosa e ci appari quale piccolo araldo della Salvezza”. Nel congedarsi si inchinarono in religioso silenzio come se avessero voluto baciare il Santo Bambino.

68 – I tre Pastori aiutano San Giuseppe mentre le donne essene servono la Santa Vergine
Lunedì 26 novembre
Oggi ho visto i tre pastori aiutare Giuseppe a migliorare le condizioni della Caverna del Presepio ed in quelle laterali. Anche presso la Santa Vergine vidi parecchie pie donne occupate nell’aiu­tarla. Erano donne essene che abitavano in una valle ad oriente della Grotta del Presepio, vivevano in piccolissime grotte scavate nella rupe dove il monte scendeva più scosceso; istruivano i fan­ciulli della loro comunità religiosa. 
San Giuseppe, come sappiamo, le conosceva fin dal tempo della sua giovinezza. Le pie donne si alternavano nel cucinare, lavare i panni e servire come potevano la Santa Famiglia.(continua)

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