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Dal blog, di Carlo D’Angiò uno dei migliori blogger professionisti Italiani.
Scelte di vita.
Un’articolo, che condivido profondamente, di cui ne parlo nei miei post precedenti, vedi convinzioni
Sembra un filone noioso. Ma non lo è. Perché la ricchezza e il benessere – ci si creda o no – sono strettamente legati al nostro modo di vedere il mondo e di interpretare noi stessi all’interno di esso.
Per intenderci, pensiamo alla scuola in tutti i suoi gradi, dalla materna all’università. Che cosa ci viene insegnato più di tutto? Le poesie? La storia di Roma (che è affascinantissima)? Il sommo poeta e la Divina Commedia?
No. Niente di tutto questo è all’apice della didattica del sistema. Ciò che primeggia invece è l’omologazione tecnica e di pensiero. Dobbiamo essere sufficientemente preparati in tutte le discipline. E lo dobbiamo essere tutti. Non importa se il tuo talento per la matematica sia impressionante o se la tua indole per il disegno possa far pensare a un vero genio dei fumetti. Se non hai la sufficienza in tutte le materie il sistema ti boccia. Punto e basta.
Si premia la sufficienza a scapito dell’eccellenza.
Allora noi dobbiamo capire se nella vita possa bastare una buona pagella a realizzare i nostri sogni, se il teorema di Pitagora ci fa avere una casa e se il ricordo de “Il sabato del villaggio” possa procurarci un lavoro e l’indipendenza economica.
Sia chiaro, non intendo sminuire il valore della cultura. Al contrario, sono un convinto sostenitore della formazione continua e della crescita personale. Se gli uomini leggessero di più, invece di stare davanti al televisore, forse avremmo una società migliore.
Il problema non è leggere e imparare. Il problema è leggere e imparare in funzione di un ruolo previsto dal sistema. È leggere e imparare per diventare un ingranaggio, parte di un processo produttivo dove ciascuno è sostituibile dal soggetto più giovane, più disponibile, più accondiscendente.
Il problema è dunque l’omologazione, ciò che appiattisce le personalità e i talenti, perché diventa più facile avere il controllo dei processi e della società. I laureati che protestano per avere un posto sicuro sono la dimostrazione pratica di come il talento possa essere manipolato a vantaggio del sistema.
Le persone vedono il mondo attraverso la busta paga. Chiedono sicurezza. Si accontentano di 20.000 all’anno. L’importante è che siano garantiti dal contratto. Ma questo non è naturale. Perché ci dovrebbe essere un imprenditore che rischia per dare stabilità al reddito di altri? Perché questo schema del lavoro viene reclamato a suon di proteste e scioperi generali? Non sarebbe forse meglio focalizzarsi sui propri talenti e assumersi le proprie responsabilità?
Qualche anno fa poteva apparire un provocazione pesante. Ma oggi ci sono gli strumenti (Internet) per valorizzare l’intraprendenza e acquisire un ruolo insostituibile nel lavoro e nella società in cui viviamo.
Il sistema in cui siamo cresciuti, con i politici e i giornalisti che parlano del niente per allontanare l’attenzione dalle questioni importanti, è al collasso. Internet ha rivoluzionato il mondo, dalle piccole alle grandi innovazioni, dalle piccole alle grandi economie. E il lavoro, più di ogni altra cosa, è il primo modello che deve essere messo in discussione.
Chi non vuole farlo, preferisce vivere nel passato. Ma la vita è adesso. E adesso è tempo di cambiare.
Il mondo stà cambiando, bisogna adattarsi al nuovo sistema, altrimenti il nuovo sistema ci taglia fuori dal mondo.
Massimo Fissore.
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