Conoscete l'Islanda? E' quell'isola lassù in alto dove i vulcani eruttano, le case sono poche e colorate e fa piuttosto freddo.
E dove si pesca dell'ottimo baccalà.
L'unico scrittore islandese ad aver mai vinto il Nobel per la letteratura è Halldór Kiljan Laxnes: nel suo romanzo più famoso, 'Salka Valka ', c'è una frase che ormai è diventata di uso comune nell'isola.
" La vita è baccalà".
Il baccalà in Islanda è come la pasta in Italia: è il simbolo dell'identità nazionale, si mangia da sempre, si pesca tutto l'anno e regge un'economia che generazione dopo generazione ha tenuto in vita i piccoli villaggi di pescatori, dove il pesce viene lavorato in purezza.
L'importanza di questo pescione è tale che nel corso dei secoli tra la piccola Islanda e la grande Inghilterra ha scatenato addirittura le cosiddette ' Cod Wars', le guerre del merluzzo ( Þorskastríðin in islandese) per il controllo della pesca e delle acque territoriali.
Volevo che il primo post del 2016 fosse completamente diverso dal solito, che vi facesse fare un viaggio lontano e che vi raccontasse una storia.
E così ho scelto di partire parlandovi di un'isola dove non sono mai stata e del progetto ' Assaggia e condividi il segreto del baccalà islandese' supportato dall' Associazione islandese del Baccalà (ISF), con il sostegno del governo islandese e insieme a Promuovere Islanda.
Perché se il baccalà chiama, io rispondo.
E siccome le aziende islandesi che lavorano questo pesce hanno deciso di unire le forze in un'iniziativa che promuova la qualità dei loro prodotti derivanti dal pesce fresco, vi segnalo un sito che dovete assolutamente spulciare.
Su Baccalaislandese.it trovate vita, morte e miracoli non solo del pesce in questione ma anche di tutta la filiera produttiva: chi lo lavora e come, chi lo pesca, i villaggi, le aziende e gli chef, perché una volta pescato va anche cucinato.
Se mai vi capiterà di essere invitati a casa da un islandese, preparatevi a vedervi servito del baccalà: è parte integrante della tradizione ed è il simbolo di ogni occasione di incontro, come da noi il caffè.
Quando lo comprate, fate attenzione alla zona di origine: se è islandese significa che è stato pescato usando tecniche responsabili certificate nelle zone dove l'acqua è più pura (e non devo parlarvi della purezza delle acque islandesi, vero?), a una profondità che varia tra i 100 e 250 metri di profondità e a una temperatura che oscilla tra 4 e 7 gradi.
La vita è baccalà, dicevamo. E se anche voi vi siete ormai convinti che il detto islandese abbia ragione, fatevi un giro in questo mondo di acque pure e grossi pesci. E ottimi piatti.
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