La vita è un gioco?

...O i giochi aiutano a vivere meglio?
Della serie: ogni creativo si esprime attraverso il "media" che gli è più congegnale ed affine. C'è chi scrive. C'è chi scolpisce. Qualcun altro dipinge...
Gli artisti dell'era digitale si dividono fondamentalmente in due grandi categorie: c'è chi produce arte convenzionale (pittura, scultura, musica...) con i più svariati mezzi digitali a sua disposizione ("computer graphics", modellazione "3D", "chipmusic"...) e c'è chi diversamente impiega il bistrattato "media" videoludico per cercare di comunicare un messaggio che trascenda dalla sfera del gioco.
Jason Rohrer questo lo sa fare benissimo e la stragrande maggioranza dei suoi videogames sono una palese dimostrazione di questa filosofia "borderline": fare arte con il videogioco arrivando al punto di sacrificare in parte o del tutto la componente ludica del "software" al solo scopo di trovare strade alternative per divulgare un concetto che travalica il limite del videogame utilizzato per diffonderlo.

"Passage". Un passaggio...

"Passage" è tutto questo e forse pure di più. Grafica minimale, musica accattivante ed un'azione di gioco ridotta ai minimi termini. Una manciata di tasti per gestire il tutto: le frecce direzionali per muoversi nelle quattro direzioni e praticamente nient'altro (tranne un paio di pulsanti predisposti per aggiustare la "modalità video" ed uscire dal gioco... :) ). 
Tutto il resto è nella mente di chi si cimenta nell'impresa. Ad ogni modo, non temete; il significato del gioco vi sarà subito chiaro già dopo qualche minuto di esplorazione, fidatevi... ;) In tal senso, "Passage" sarà comunque una gran bella esperienza destinata inevitabilmente a risolversi in circa cinque minuti di gioco, indipendentemente dalle vostre incontestabili "skills" da "progamer"! :D
Io vi invito caldamente a provarlo e, una volta terminata la partita, investite altri cinque minuti del vostro prezioso tempo per leggere le motivazioni che hanno spinto l'autore a creare questo piccolo, grande videogioco.
A parer mio ne vale davvero la pena! :)