Il pianeta Marte. Crediti: NASA.
Vi è un nuovo motivo, di origine chimica, per supporre che la prima vita sulla Terra sia iniziata altrove. Ora sembra che solo su Marte ci fossero gli elementi chimici giusti, in particolare il boro, il molibdeno e l’ossigeno, tutti presenti al momento giusto per produrre le molecole di RNA, che rappresenta il precursore del DNA e dunque della vita sulla Terra.
“Sembra che l’evidenza che si viene a formare è che noi siamo in realtà tutti marziani, che la vita abbia avuto inizio su Marte e sia arrivata sulla Terra su una roccia” ha affermato Steve Benner, chimico presso il Westheimer Institute of Science and Technology a Gainesville, in Florida, che ha presentato l’idea presso la Goldschmidt Conference 2013 di geochimici, a Firenze. Forse, ed è ancora più sorprendente, la teoria fornisce anche un modo secondo cui la vita possa sorgere in un ambiente asciutto, che a sua volta aumenta la probabilità che vi sia ancora oggi vita su Marte.
Il sistema Terra-Luna. Crediti: NASA.
La panspermia è l’idea che la vita possa essere in grado di sopravvivere nello spazio per trasferirsi nei vari corpi nell’universo. Uno degli esempi che di solito si citano, è quello che vede la vita dormiente nei meteoriti, che si conservi e che poi venga trasferita nei vari pianeti una volta che l’asteroide viene catturato dall’azione gravitazionale del pianeta.
Fino ad oggi però è mancata una vera e propria culla per la vita di tipo chimico più convincente di quella della Terra.
La proposta di Benner, tuttavia, deriva dal guardare alla chimica della vita primitiva. Secondo la teoria leader sull’origine della vita che sta alla base dell’RNA, l’RNA fu la prima molecola genetica a formarsi, fornendo un modello sia per riprodursi sia per dar vita ad altre molecole vitali.
Il quadro classico vede l’RNA condensarsi da una zuppa di molecole organiche semplici. Ma cucinare questo minestrone nelle acque ricche di condizioni adatte per la vita nella Terra primordiale, porta ad un risultato decisamente sgradevole.
“L’RNA è troppo grande, troppo complicato” ha affermato Benner. “Cercate di assemblarlo in acqua: cade a pezzi”. “Quello che è necessario è un deserto” aggiunge Benner, “un deserto che abbia gli ingredienti giusti”.
“Inserendo poi il molibdeno e il boro, nella loro forma nuda, si ha che tali elementi sono nocivi per la vita. Ma Benner ha dimostrato che in forma di composti ossidati, tali elementi diventano catalizzatori cruciali che possono guidare la formazione di RNA. Catalizzatori a base di boro aiutano a formare e a stabilizzare molecole di zucchero a cinque atomi di carbonio, catalizzatori a base di molibdeno poi riorganizzano questi zucchero per formare il ribosio, l’R nell’RNA” ha aggiunto Benner.
Il problema è che la Terra non solo era ricca di acqua che avrebbe potuto attaccare l’RNA non appena si fosse formato, ma mancava anche l’ossigeno che avrebbe stabilizzato il boro e il catalizzatore di molibdeno. L’ossigeno ha fatto la sua comparsa nell’atmosfera terrestre molto più tardi, circa 2,5 miliardi di anni fa, come un pennacchio di scarico metabolico dalla prima fotosintesi di cianobatteri.
Al contrario di quello che noi conosciamo della chimica di Marte, circa tre miliardi di anni fa il pianeta rosso avevo tutto quello che serviva per fare una zuppa, una sorta di minestrone asciutto della vita: ossigeno abbondante, e poco acqua in superficie. Se l’idea di Benner fosse corretta, la prima forma di vita sulla Terra ebbe inizio in condizioni più accoglienti su Marte e trovò la sua strada verso la destinazione finale col primo meteorite diretto verso la Terra.
Che sia andata davvero in questo modo? Al momento Benner ha solo avanzato l’idea tra i ricercatori planetologi. “Niente di quello che sto dicendo dovrebbe essere interpretato come il problema dell’origine della vita che viene risolto” ha affermato.
Ma Benner pensa che se si vuole un mondo con l’RNA, allora bisogna accettare la sua chimica, che semplicemente la vita non avrebbe potuto manifestarsi sulla Terra. “Bisogna decidere se rinunciare all’RNA oppure affermare che la vita si sia formata da un’altra parte, al di fuori della Terra”.
Robert Hazen, geologo al Carnegie Institute of Washington, è entusiasta di questa idea. “Mi piace quello che dice Steve” ha affermato, sebbene non sia ancora convinto che la Terra primitiva abbia davvero avuto le condizioni per supportare il percorso chimico proposto da Benner. Hazen calcola che potrebbero essere stati parecchie regioni secche sulla Terra primordiale dove la chimica proposta da Benner avrebbe potuto verificarsi. Altri scienziati si riservano il giudizio fino a che non verranno studiati i dettagli della ricerca.
Se la teoria di Benner fosse corretta, essa offrirebbe un meccanismo alla vita, o almeno ai suoi precursori, per evolversi senza acqua, che a sua volta significherebbe che forse c’è ancora vita o pre-vita oggi su Marte. “Potrebbe essere ancora in corso sul pianeta Marte”, ha affermato Benner.
Fonte: New Scientiest – Primordial broth of life was a dry Martian cup-a-soup - http://www.newscientist.com/article/dn24120-primordial-broth-of-life-was-a-dry-martian-cupasoup.html#.UiNoVtK8DKM
Goldschmidt Conference 2013: http://www.goldschmidt.info/2013/
Sabrina