E’ pur vero che, nel nostro Paese, introdurre novità in materia sanitaria significa sempre inoltrarsi da spericolati in un terreno minato, tuttavia va detto che, in questo caso specifico, l’estensore della bozza di decreto si è particolarmente impegnato per andare in cerca di guai. A ciò si è poi aggiunta una gestione della comunicazione condotta in modo a dir poco maldestro.
Già al primo annuncio, da parte del Ministro Balduzzi, dell’imminente varo del decreto, si è aperto il fuoco incrociato contro alcune delle misure previste: la tassa sulle bevande gassate è stata stroncata non soltanto dalle aziende produttrici ma perfino da uno dei partiti che sostengono il governo (il PDL), mentre l’obbligo, anche per chi pratica sport soltanto a livello amatoriale, di dotarsi di un certificato di idoneità rilasciato non da un medico generico ma da un medico sportivo, è stato bollato come l’ennesima, inutile pastoia con la quale complicare la vita dei cittadini.
Su questo secondo rilievo, in particolare, il povero Ministro ha poi velocemente tentato di metterci una pezza, replicando che si era trattato di un “refuso” e che, in realtà, il testo del decreto non prevedeva l’obbligo del certificato rilasciato da un medico sportivo.
Nessuno gli ha creduto. E’ parso infatti evidente che si è trattato di un tentativo di correggere in corsa, a fronte delle polemiche suscitate, un grossolano errore di valutazione compiuto da chi aveva inserito la norma nella bozza di decreto.
Sul piano comunicativo, in ogni caso, un disastro: mai, chi ha responsabilità di governo, a qualsiasi livello, dovrebbe essere costretto a smentire, dopo poche ore, ciò che egli stesso ha dichiarato orgogliosamente agli organi di informazione, per di più utilizzando il pietoso espediente del “refuso”.
Ma il disastro è poi proseguito. Prima ancora di essere ufficialmente esaminato dal Consiglio dei Ministri il decreto, infatti, è stato impallinato dagli stessi colleghi di Governo di Balduzzi. Alcuni dicasteri, in particolare, hanno eccepito dubbi non soltanto sotto il profilo della costituzionalità e della copertura finanziaria del provvedimento ma anche di merito. Come a dire che nemmeno al Governo, nella sua collegialità, è piaciuto il decreto che il Ministro Balduzzi voleva far approvare. La discussione in Consiglio dei Ministri è stata, dunque, quantomeno rinviata.
Peggio di così non si poteva fare. Il rilievo dato dagli organi di informazione al pasticcio del “decretone Balduzzi” è tale da suscitare generale ilarità nei confronti del Governo dei Professori che, questa volta, è davvero incappato in un tragi-comico incidente di percorso. Forse qualche briciola in più di umiltà a volte non guasterebbe.
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