Titolo: La voce del destino
Autore: Marco Buticchi
Editore: Longanesi
Anno: 2011
“La voce del destino” di Marco Buticchi è un’opera complessa, frutto di approfondimenti, documentazione e … fervida fantasia. Non poteva essere altrimenti, per uno scrittore colto e raffinato, che è stato nominato dal Presidente Napolitano Commendatore della Repubblica per aver contribuito alla diffusione e alla conoscenza della lingua italiana nel mondo.
La formula è quella fortunata e avvincente del romanzo a sfondo storico. Mescola ingredienti che rendono la lettura appassionante e serrata: l’elemento mitico (la lancia di Longino), l’azione alimentata da scariche di adrenalina e di energia, eresia (sette segrete) e magagne vaticane, una storia d’amore contrastato sullo sfondo e, soprattutto, la paura collettiva di fronte a un immane pericolo che minaccia l’umanità.
I principali protagonisti sono tutti originari di Junin, Argentina, e sono tutti destinati a divenire famosi: Luce De Bartolo come cantante lirica dalla voce unica, Eva Duarte come moglie del presidente argentino Juan Domingo Peròn, i tre fratelli Soriano per motivi differenti: Glauco sarà un crudelissimo gerarca nazista (un’autentica mantide, che raggiunge l’orgasmo dando morte violenta alle partner, spesso prelevate dal campo di sterminio di Jasenovac: “Da sempre essere padrone della vita altrui lo eccitava, ma sentire quella vita fuggire mentre raggiungeva il culmine del piacere costituiva l’apoteosi della sua perversa ossessione.”), Michele sarà un campione di boxe, il suo gemello Antonio un valoroso membro della resistenza argentina.
La storia comincia con Luce De Bartolo, ridotta in povertà come talvolta accade a persone dello spettacolo (la felliniana Anita Ekberg o Isabella Biagini, tanto per fare due esempi). La ritroviamo in età senile, dopo una fulgida carriera internazionale passata a interpretare Salomé, Anna Bolena, Tosca e tante altre eroine dell’opera, tra i clochard di Parigi. Qui subisce l’ennesimo attentato e viene rocambolescamente salvata da Sara e Oswald Breil, agenti del Mossad, ai quali narra la sua storia.
Causa dell’aggressione è il suo medaglione, che sembra essere la chiave per accedere al fantomatico tesoro dei Peròn. Ad esso sono interessati in molti: oltre allo stesso presidente argentino, i neonazisti. E, dal Vaticano, il rapace Marcinkus.
L’azione
Si svolge “world wide”: a tutto tondo sul globo terrestre!
Di Parigi abbiamo già detto.
In Europa, tra Italia e Croazia, il turpe Glauco Soriano, espatriato dall’Argentina, partecipa alla guerra prima come fascista, poi come collaboratore del criminale croato Ante Pavelìc e degli spietati ustascia (“Serbi, ebrei, zingari e comunisti divennero le vittime di una persecuzione ancor più feroce di quella messa in atto dai nazisti”).
Dall’Europa partono le famigerate “ratline”, organizzate per la sopravvivenza dei nazisti (“Con il termine ratlines vengono chiamate le scale di corda che portano agli alberi più alti dei velieri. Sono quelle lungo le quali si arrampicano i topi mentre la nave affonda. È in questo modo che trovano, a volte, la salvezza”): la più importante di queste rotte converge nell’Argentina di Peròn, della “terza posizione” e dei descamisados che acclamano Evita.
Dagli Stati Uniti partono invece le iniziative spionistiche nel Sudamerica: si avvalgono dell’opera dei gemelli Michele e Antonio Soriano. Negli Stati Uniti, presso il “Tempio della purezza” e a capo di una setta religiosa, si nasconde l’erede di Hitler…
Verso la segreta “Base 211” in Antartide si dirigono i nazisti che a Bariloche – sotto la direzione del crudele Bormann - hanno il loro quartier generale, ricreato sul modello de “il nido dell’aquila” di Adolf Hitler nelle Alpi di Obersalzberg, per dare vita al “Quarto Reich”. In Antartide c’è anche un’inquietante apparizione di Hitler, sopravvissuto alla messinscena del suicidio.
Il cerchio si chiude con il Vaticano di Marcinkus e con la loggia P2 di Gelli, Sindona e Calvi: maestri nella disdicevole tecnica del “guado del pellirossa” (così “in gergo … viene chiamata l’effettuazione di operazioni bancarie tese a far perdere traccia del passaggio di denaro e dei suoi fruitori. Generalmente si attua facendo transitare le somme in banche compiacenti presso le quali la tutela del segreto è assoluta. I denari o i titoli al portatore così ripuliti sono pronti a per essere depositati ovunque. Un po’ come un pellerossa che guada il fiume per far perdere le proprie tracce”).
Forse ho raccontato troppo, ma è difficile riassumere i pensieri suscitati da un’opera di oltre seicento pagine, tutte intense.
Lo stile di Marco Buticchi è perfettamente attagliato alla storia e sempre limpido nel raccontare vicende complicate, che stimolano la curiosità del lettore e abbracciano diversi decenni della recente storia mondiale. La tecnica narrativa è nobile e cristallina, anche quando si tratta di dipingere scene atroci: quelle dei momenti più tristi e più bassi raggiunti dall’umanità.
Per tutti questi motivi, la lettura è consigliata da …
… Bruno Elpis
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