Ieri sera, guardando qualcosa in televisione in cui c’era un cane che dormiva sul letto tra i suoi due padroni, mi è venuto in mente quello che potrei definire l’attimo esatto in cui mi sono innamorato dei cani. Ero molto piccolo ed il ricordo è sbiadito, ma quello di ieri sera è stato un flash.
Ricordo che mio padre aveva un disco in vinile sulla cui copertina c’era l’immagine che ho inserito. Un cane che ascoltava attentamente quello che veniva riprodotto dal grammofono. La copertina del disco era azzurra con quest’immagine al centro e, poco più sotto, la dicitura “Alta fedeltà” che poteva riferirsi sia al suono che al cane.
Chiesi spiegazioni a mio padre proprio su quell’immagine che mi colpì per quanto la considerai strana e lui mi disse che il grammofono stesse riproducendo la voce del padrone del cane e questi, riconoscendone il timbro, rimanesse lì ad ascoltare, piegando di lato la testa. Aggiunse anche che la definizione di alta fedeltà, a suo parere, fosse proprio da riferire al cagnolino piuttosto che all’incisione e che se mai avessimo avuto un cane lo avrei capito da solo.
Da quel momento ho iniziato ad amare i cani e, nel corso degli anni e fino ad ora, ne ho avuti cinque che posso considerare miei ma non voglio pensare di essere o essere stato il loro padrone ma un amico come loro lo sono stati per me per giocare, da inseguire, da sgridare e con cui condividere tante cose, affogando i pensieri in un peloso e puzzolente abbraccio.
Hanno un vantaggio, i cani, rispetto a noi. Danno senza chiedere, hanno bisogno di te, si affidano a te ma non si aspettano nulla. E non tradiscono mai. Quando sei amico di un cane, lui è “tuo” per sempre.