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La mia stagione teatrale 2013-2014 è iniziata con questo spettacolo tratto da testi di Jean Cocteau e interpretato da Adriana Asti, in programmazione al Teatro Piccolo Eliseo dal 29 ottobre al 3 novembre 2013.
I testi portati sulla scena sono La voce umana e Il bell'indifferente. Si tratta sostanzialmente di due monologhi: nel primo c'è una donna al telefono con il suo ex amante, che ora sta con un'altra donna ma che lei ama ancora; il secondo è di fatto un monologo pur essendoci sul palco due figure, una donna innamorata e un giovane uomo totalmente assente e indifferente alla conversazione.
Adriana Asti è brava, forse un po' sopra le righe come si conviene a testi teatrali come questi, che - pur proponendo contenuti in parte senza tempo - appaiono invero per certi versi datati, in particolare per il ruolo e lo stile della figura femminile che ne emergono.
La scenografia è semplice: un letto, un tavolino con un telefono, una finestra, una porta, elementi che accomunano le due parti dello spettacolo pur essendo riorganizzati in modo speculare nel muto intervallo che li separa.
A me il Teatro Piccolo Eliseo piace molto, un ambiente raccolto, dove il palco sta così vicino che sembra di poterlo toccare, dove la platea sembra proiettarsi sulla scena ed esserne partecipe.
Proprio per questo però è difficile non avvertire - in questo caso - qualche contraddizione tra i sentimenti veicolati dal testo e un'attrice in scena in età avanzata (sebbene sia impossibile darle gli 80 anni che effettivamente ha), cosa che produce un effetto di straniamento non secondario nonché a volte qualche risibilità che va anche oltre le intenzioni dell'autore e l'interpretazione dell'attrice.
Voto: 2,5/5
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