Ultimamente ho fatto la vita della vongola.
Mi sono nascosta sotto la sabbia con le valve ben serrate e me ne sono rimasta buona buona lì ad osservare quello che succedeva intorno a me. Ho lasciato a ben più intrepidi merluzzi le onde da solcare e le scie di spuma da inseguire e ho preferito restare dov’ero, lasciandomi cullare dalla risacca…avanti e indietro, indietro e avanti…
Se è stato noioso? No, affatto. Ne avevo di cose a cui pensare!
Dopo una sorta di esperienza mistico – introspettiva sono arrivata alla conclusione che l’attitudine da vongola è la condizione di pura contemplazione e riflessività necessaria di tanto in tanto per poter ritrovare il guizzo giusto, per sentire di nuovo il prurito nelle pinne. Perché quando bevi tanto la tua sete prima o poi finisce che si placa, ma senza sete non si può vivere: è la sete che ci spinge a cercar l’acqua, se non abbiamo sete non abbiamo motivo di nuotare.
Ebbene, quando sentiamo di aver perso quella sete, “avvongolarci” può essere utile a capire cos’è che ci ha inzuppato al punto che dell’acqua abbiamo solo la nausea.
Penso che il problema stia nel nuotare sempre nello stesso mare. Forse dovremmo prendere esempio dai salmoni… loro sanno quando è tempo di andare e non hanno paura, partono decisi lasciandosi dietro la coda la loro vecchia vita e puntano dritto alla meta. È vero che risalire la corrente non è uno scherzo, però, accidenti, deve valerne davvero la pena se lo fanno!
Con questo non intendo certo dirvi “facciamo le valigie e fuggiamo dall’altra parte del mondo”, pensavo piuttosto ad appropriarci dell’atteggiamento dei salmoni… quel mix di spirito di avventura e determinazione, con una giusta dose di insensatezza che spinge ad affrontare un viaggio che cambierà completamente la propria esistenza. La mia idea è che ogni tanto si potrebbe nuotare un po’ al contrario. Vongole o merluzzi, balene o calamari, non importa chi siamo né cosa facciamo: ciò che conta è non imprigionarsi da soli nella rete dell’abitudinarietà, della vita sempre uguale.
Se è la sete che sentite d’aver perso, forse assaggiare un’acqua diversa può farvela tornare, forse il sapore di un mare più salato può restituirvi la voglia di nuotare.
Io voglio provarci. È il momento di sbottonare il mio cappotto di conchiglia e rituffarmi tra le onde alle ricerca di qualcosa. Vi farò sapere come è andata.
Buona navigazione a tutti voi.