È vero: la realtà virtuale, talvolta, provoca emozioni più forti della realtà stessa, perché possiamo assistere a delle scene alle quali certamente nella vita reale non assistiamo: trovarci faccia a faccia con un demone, essere attaccati da migliaia di insetti, scivolare in tunnel illuminati a velocità pazzesche. Viene quindi da porsi un interrogativo affascinante: può esistere una simulazione VR tanto realistica, intensa e spaventosa da provocare il disturbo da stress post traumatico, ossia la patologia di chi ha dovuto vivere condizioni estreme come la guerra in Vietnam? Un gruppo di scienziati, pubblicati sull’ultimo numero del mensile divulgativo statunitense Popular Science, si è posto la domanda, e queste sono le risposte.
Grainne Kirwan, psicologo irlandese specializzato in criminalità informatica presso il Dun Laoghaire Institute of Art, Design e Tecnology in Irlanda, però, sostiene, giusto per iniziare, che la VR provochi un po’ di genuina ansia. Lo stesso Kirwan risponde a un dubbio che si è legittimamente posto:
La VR sarebbe in grado di causare disturbo post traumatico da stress? Ciò non è ancora dimostrato. I casi di persone che si pensa soffrino alcuni sintomi simili dopo aver giocato per molto tempo a Second Life o World of Warcraft esistono, ma non è mai stato stilato nessuno studio accademico al riguardo.
Skip Rizzo, psichiatra presso la University of Southern California, spiega
Bisognerebbe essere già psicologicamente fortemente compromessi per scambiare gli eventi in VR per eventi reali. Ciò non vuol dire che le esperienze virtuali non possiedano una grande potenza, anzi.
Al contrario, Rizzo sta sfruttando la realtà virtuale per cercare di aiutare pazienti che soffrono di PTSD al fine di rivivere le esperienze traumatiche con pieno controllo di esse, in modo tale da superarle.
Lo spunto viene offerto da alcuni ricercatori già dalla metà degli anni ’90, quando si iniziò a cercare di curare le vertigini e la paura dell’altezza esponendo gradualmente ai pazienti immagini di passerelle o balconi virtuali. Più tardi, lo stesso metodo terapeutico è servito a far superare ai reduci dal Vietnam e dagli avvenimenti dell’11 settembre 2001 riguardanti il World Trade Center i traumi vissuti in guerra o durante tali attentati.
Rizzo ed il suo team hanno anche creato un sistema di riabilitazione psicoterapeutica per i soldati veterani che hanno prestato servizio in Vietnam, Iraq, Afghanistan e Medio Oriente, attraverso la ricostruzione di quegli scenari. Per esperienze di terapia VR più coinvolgenti ed efficaci, sono stati introdotti degli stimoli dedicati a tutti i sensi oltre che alla vista: suoni realistici come gli stivali sulla ghiaia, battute militari, e persino il canto degli uccelli indigeni o un dispositivo per diffondere degli odori.
Continua, poi, Kirwan ironico:
I veterani traumatizzati dalla guerra del Vietnam sono senza dubbio più propensi al trattamento rispetto a chi ha solamente giocato a World of Warcraft, le persone tendono ad accusare i videogame dicendo che essi possono essere considerati la causa di traumi dovuti ad “aggressioni virtuali”, si sono mai chiesti quanto sarebbe più semplice spegnere il computer?
Effettivamente, signori, nessuno vi ha mai obbligato a passare intere giornate su World of Warcraft tra il ripasso della lezione di inglese ed i compiti di matematica, ma chi non ha peccato scagli la prima lancia.