Mediaset non parteciperà alla gara per l’acquisto di La7. Lo chiarisce ufficialmente la società in una comunicato stampa: “Al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni e voci interessate prive di qualsiasi fondamento, Mediaset si vede costretta a intervenire sul caso Ti Media comunicando di aver ricevuto il 15 giugno 2012 un formale invito da Mediobanca a manifestare eventuale interesse per ottenere l’information memorandum relativo alla cessione. Interesse che è stato confermato da Mediaset il 22 giugno. Tuttavia, già a luglio l’esame dei dati in nostro possesso ha ribadito l’orientamento che ha sempre sconsigliato alla nostra società qualsiasi impegno relativo agli asset in vendita del gruppo Telecom. Orientamento che non si è mai modificato e che confermiamo a tutt’oggi. Chiarita pubblicamente la nostra estraneità all’operazione fin da prima della pausa estiva, auspichiamo che il processo di cessione prosegua con successo - e con nuove brillanti performance borsistiche - senza più utilizzare il nome della nostra società per creare visibilità e interesse intorno alla dismissione di un’attività in cerca di acquirenti che vanta risultati di bilancio da sempre negativi”.
Intanto nella partita per La7 entra in gioco Rupert Murdoch con Newscorp, la società che in Italia controlla Sky e il canale in chiaro Cielo. “News Corp di Murdoch per La 7? Non ci sono controindicazioni. Perchè stiamo parlando di gente che sa come si fa la televisione, che ha robuste dotazioni di diritti in library che potrebbe sinergizzare molto bene” ha commentato Enrico Mentana, direttore del TgLa7. In merito alla possibilità sfumata di acquisto da parte di Mediaset, Mentana ha affermato: “Se tiro un sospiro di sollievo? No. Mediaset e’ un player del mercato, non è Hitler. Non sto a fare l’esame del dna agli eventuali compratori. Ho detto sin dall’inizio che il mercato è il mercato. Se una emittente è in vendita si faccia avanti chi vuole e poi se ha i requisiti e la compra non è che bisogna leccarsi le ferite. Tuttavia io ho spiegato che nel caso di Mediaset me ne andrei per un motivo di storia e di coerenza personale. Il fatto di essere stato licenziato in tronco in una notte ed essere stato riassunto per decreto di un giudice, poi subito dopo l’azienda ha contrattato come unica possibilità l’uscita coatta, sia pur ovviamente remunerata, è un elemento di chiusura definitiva dei rapporti. Non ero precisamente un usciere, che peraltro rispetto come professione, ero il direttore editoriale di Mediaset e sono stato messo alla porta. Non serbo rancore però la coerenza ci vuole”.
Infine, sulla possibilità di acquisto da parte dell’editore Carlo De Benedetti, Mentana ha risposto: “Lo dico con molta chiarezza: non è che me ne andrei se ci comprasse il Gruppo Editoriale L’Espresso, perchè non ci sono controindicazioni, a differenza del gruppo di Berlusconi. Non ho mai lavorato con l’editore de L’Espresso e La Repubblica, non mi hanno mai cacciato, De Benedetti non si è mai presentato in politica, non ha un partito e soprattutto De Benedetti non è candidato premier. Preferisco in generale avere un editore che non riverbera, neanche involontariamente, le sue tendenze politiche sul prodotto. Anche se molti parlano del partito di Repubblica l’interesse prevalente industriale di De Benedetti e’ l’editoria”.
(fonti: AGI e Mediaset).