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Lacrime d’acciaio, ad aprile è tornato il segno meno

Creato il 09 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

E dire che di acciaio cinese dieci anni fa non si parlava nemmeno, quasi non esisteva. Ma tutto cambia e come marziani gli industriali del Celeste impero ora mettono in affanno il Vecchio Continente. Oltretutto irrompe la Russia nel Wto, mantenendo però i suoi dazi sul rottame!

Il primo quadrimestre è stato positivo per l’Italia, con una crescita del 3,8%, ma ad aprile già si è notato un calo di produzione del 3,2%, come riporta la stampa specializzata.

Preoccupa inoltre la carenza di ordini: la seconda metà del 2012 non inizia bene. Le esportazioni diminuiscono: il + 9,6% del primo trimestre resterà solo un bel ricordo. Vanno meglio gli acciai speciali, utilizzati dall’industria automobilistica, la crisi dell’edilizia invece si ripercuote sulla richiesta d’acciaio.

Sono ancora 37mila gli addetti nel settore dell’acciaio, sono diminuite però le fabbriche: da 68 a 42 rispetto al 1990. Il Sole 24 ore parla di commesse vendute in ribasso, pur di non fermare il lavoro.

Rimane lo storico problema del costo dell’energia, troppo alto in Italia, mentre si fa sentire il peso del Protocollo di Kyoto. Federacciai lamenta che i vincoli ambientali gravano solo sull’industria europea: asimmetria, è vero, ma con l’ambiente non si può più scherzare.

Il problema dell’acciaieria probabilmente è questo, economico. Arvedi purtroppo rischia di trovare difficoltà nei prossimi mesi, e questo non fa piacere a nessuno. Ma la soluzione non è certo la criminalizzazione dei cittadini di Cavatigozzi o di qualche ambientalista o di chissà chi. La questione non può essere sottovalutata, viene trattata con la serietà del caso sulla stampa specializzata e merita di affrontata con gli strumenti adatti. E’ di questo semmai che si dovrebbe parlare.

p.z.

 

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