Magazine Cinema
Regia: Vittorio De Sica
Interpreti: Enzo Staiola, Lamberto Maggiorani
"A tutto c'è rimedio, tranne che alla morte"
Quella che state per leggere è una recensione un pò fuori dall'ordinario...
C'era una volta un giorno come tanti. Controllando il diario del bacarospo mi accorgo di un compito più inusuale del solito: "racconta il film che hai visto a casa".
- "Scusa bacarosp..vieni qui un attimo...che devi fare...esattamente??"
- "ma si, niente di che, la maestra ci ha dato una lista di film da vedere, io ho scelto "Ladri di biciclette"...tanto è facile..." .
-"Ma tu lo sai di che film stiamo parlando vero??"
- "No..ma tanto è un film di De Sica"
- "Vittorio"
- "E chi è Vittorio?"
- "Vittorio De Sica, genio del cinema italiano, padre di Christian....bacarosp..."Ladri di Biciclette" è un film del 1946, un capolavoro in bianco e nero...non mi dirai che lo hai scelto solo perchè credevi che...ussignur...." segue spiegazione dettagliata con anteprima di cinque minuti del film...
- "Uffa...mi aiuti vero mamma??Tanto a te i film piacciono un sacco...tu li racconti anche i film quando scrivi sul computer...." (definizione bacarospica dello strano hobby di sua mamma...)
Ecco come siamo arrivati davanti a quel capolavoro immortale di "Ladri di Biciclette". Io e il bacarospo, pronti a scoprire lui, ed a riscoprire io dopo una ventina d'anni, quella che è una pietra miliare della cinematografia mondiale per colpa (o dovrei dire merito) di una maestra un pò fuori dall'ordinario.E debbo ammettere che, dopo aver superato l'iniziale stordimento dovuto al fatto di non trovarsi di fronte ad un "Natale/Vacanze a", il bacarospo ha incominciato ad interessarsi a quello che stava guardando. Davanti a lui scorrevano le immagini di un periodo che doveva sembrargli preistorico. Un'epoca in cui l'Italia era appena uscita dalla guerra, dove non esistevano giocattoli, televisione e dove una semplice bicicletta era un mezzo indispensabile per garantire a te ed alla tua famiglia una esistenza dignitosa. E più scorrevano le immagini più si appassionava alla vicenda di Antonio e Bruno, quella ricerca impossibile di una semplice bicicletta che li mette a contatto con svariata umanitá . Ha sorriso alla Santona ed al suo "o la trovi subito o non la trovi più", ha empatizzato con Bruno, bambino come lui anche se di altro tempo e tra simili ci si comprende..forse si è anche commosso un pó alla fine...ah no, quella ero io....annoiato mai..Ha scoperto quanta bellezza ci può essere anche in una storia semplice, girata in bianco e nero, senza effetti speciali.
Una racconto di una quotidianità forse lontana ma che è riuscito a coinvolgerlo.
E allora ben vengono questi compiti un pò fuori dall'ordinario e per noi genitori un pò faticosi, non sono state fornite tante indicazioni su come procurarsi il film e non tutti sono appassionati cinefili, se possano servire a far conoscere queste grandi perle della nostra cultura. Perchè si, e questo è dedicato a tutti i genitori che hanno sbuffato (tanto non mi leggono..) il cinema è cultura, e non solo pura evasione...
Insomma è andata bene, è stato bello anche per me condividere con lui questo momento. Non sò quanto abbia afferrato davvero della storia, l'indifferenza l'impotenza, la falsa pietà che isolano Antonio e Bruno, il finale assai triste che porta con se promesse di tempi difficili.E' ancora piccolo, se un giorno vorrà potrà approfondire.
Per ora sono contenta così. Il compito è stato eseguito senza troppi sbuffi e patemi, arricchito di qualche dettaglio tecnico, vedremo i risultati..
E quando il marito è tornato a casa ha persino ammesso che "si, il film mi è piaciuto, e il papà di Christian De Sica era proprio bravo"..
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