Capita anche questo nel nostro paesello: una famiglia custodisce in garage delle biciclette e uno skateboard e i ladri si portano via tutto: le bici dei bambini, lo skateboard, quel po’ di fiducia che abbiamo nel prossimo. Ho incontrato questo mio amico col figlioletto che, lungo le vie del centro, cercava la refurtiva un po’ ridendo e un po’ infuriato. Lo skateboard lo aveva trovato buttato là, in un angolo di strada. Le biciclette, nuove fiammanti, ovviamente no. Non credo le ritroverà, ma se qualcuno vede in giro delle mountain bike bianche e nere me lo faccia sapere: riferirò.
Resta il fatto che da questo episodio un po’ triste ci fa pensare che abbiamo davvero un problema sociale. Perché, vedete, non mi pare che un furto del genere possa essere commesso da una banda di criminali incalliti. Sembra più l’opera di ragazzini in cerca di bravate. Solo che non è la prima bravata a cui assistiamo. È solo l’ennesima di una lunga serie, che possiamo unire al bullismo, alle intimidazioni, alla maleducazione, al teppismo della nostra gioventù.
Diciamo di parte della nostra gioventù perché mi piace pensare che la maggior parte dei nostri ragazzi sia sana, seria, rispettosa. Ce n’è una parte però che delinque, di quella piccola delinquenza minorile che farebbe quasi sorridere non fosse tragica, di quei piccoli gesti che alcuni genitori moderni tendono a stigmatizzare come peccati veniali di gioventù, quasi da tollerare o da rimproverare con un tenero buffetto.
Abbiamo un problema sociale, serio, da non sottovalutare. Perché se i nostri giovani oggi rubano biciclette per gioco, domani potrebbero fare qualsiasi cosa. E allora sarà troppo tardi per riportarli sulla retta via.
Luca Craia