Permettetemi però di essere alquanto perplesso, non per la Gaga in se (da sempre impegnata per i diritti degli omosessuali) quanto per il risvolto poco politico che presumibilmente verrà dato dalla stampa a quest'importante evento.
Siamo sicuri che tutti i media riusciranno a focalizzare la loro attenzione sui motivi principali per cui anche Lady Gaga "scenderà in piazza" sabato 11 giugno, e che, usando tre semplici parole, possono essere riassunti in PARITA', DIGNITA' e LAICITA'?
Tre parole di grande valore che racchiudono anni di attivismo e lotte omosessuali. Valori che permettono la realizzazione concreta di quel principio di libertà e che sono la base delle singole rivendicazioni di diritti per le persone e coppie Glbtqi e per le famiglie con genitori omosessuali o transessuali. Motivi quindi per rivendicare la piena attuazione dei principi e diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea e dai vari trattati, a partire dalla libera circolazione delle cittadine e dei cittadini in Europa e dal riconoscimento dei diritti acquisiti negli stati di provenienza, compreso quello della tutela delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Si chiede dunque alle Istituzioni quelle norme e comportamenti che permettano il pieno sviluppo di questa libertà in chiave di uguaglianza che permettano a tutti di essere in grado di scegliere a testa alta i propri percorsi di vita con consapevolezza e libertà, nel riconoscimento del medesimo spazio di libertà di qualunque altra persona.
Quanti però riusciranno a reportizzare tutto ciò in due minuti scarsi di TG e far arrivare nelle case degli italiani il vero significato e valore del Gay Pride?
Quanti riusciranno a parlare al grande pubblico facendo capire che di omofobia e di transfobia si muore e che il nostro Stato continua ad essere sordo, cieco e ipocrita davanti una realtà sempre più evidente?
Ho timore che i riflettori verranno puntati tutti su di lei finendo con eleggere definitamente Lady Gaga regina baraccona di tutti quei "gay travestiti e perversi" chenell'immaginario collettivo e nazional popolare "circolano mezzi nudi osannando la propria diversità".
Mi auguro però che l'EuroPride di Roma non venga ricordato come un semplice concerto ma grazie a quel concerto possa essere momento di aggregazione e riflessione come solo la musica riesce a creare.
Che il PRIDE sia con tutti noi.
Giorgio SuperPop