Lagnarsi

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
C'è una sorta di alchimia molto strana in questi giorni, il menestrello direbbe che si tratta di una contingenza di eventi molto distanti fra loro, ma si può riassumere con la parola: depressione. In verità è di più e ogni volta che ripenso a cosa ha scatentato il tutto mi viene da pensare a quanto c'è di sbagliato...
Mattina di primavera 2011, il menestrello è una sardina. Esce a fatica dal regionale che fa capolinea a Roma Termini (la stazione centrale) e s'incammina lungo il binario fino alla parte commerciale della stazione. Roma Termini è vecchia, a tratti fatiscente e nel 2011 ancora non avevano finito di ristrutturare lo snodo delle linee metropolitane. Nell'aria il puzzo di frizione, di polvere e d'urina saturava i già provati nervi del menestrello, mentre il tiepido calore di una giornata d'inizio aprile riusciva a mitigare il malumore. Al lavoro (un presidio) il menestrello aveva molto tempo per fare ciò che preferiva e tra una chiamata e l'altra c'era tempo per studiare, leggere, scrivere, giocare ai videogame, chiacchierare con i colleghi e scendere in strada per chiacchierare con la barista della caffetteria accanto. L'importante era rispondere al telefono, essere pronti e scattanti.
Il menestrello stava scrivendo uno dei suoi romanzi più difficili: Ashes, la storia di una rivoluzione soppressa nel sangue. I colleghi non sapevano, ma a domanda di rito il menestrello rispose e il collega propose un luogo dove farsi stampare il libro (un sito come tanti).
Sera dell'autunno 2011, il menestrello è una scheggia impazzita. Halloween è arrivato, il parco divertimenti dove lavora è nel caos dell'evento e il menestrello ha già visto il film che ha portato, si è letto tre capitoli dell'ultimo libro e ha costruito un pupazzo con cavi ethernet, scotch e penne. Il telefono ha squillato una sola volta per chiedere al menestrello in che verso andasse il rotolino di carta di una stampante fiscale, ovviamente l'operatrice era nuova, il responsabile del punto vendita è intervenuto e il menestrello è tornato a fare nulla. Benché il lavoro del menestrello sia vario, complicato e pieno di aspetti diversi, quando il parco è aperto tutte le altre attività sono soppresse. Col fucile, se necessario.
Il menestrello era passato a Entropy, una storia in tre parti che descrive la fine di una guerra planetaria. La ricerca di una casa editrice era iniziata, tra telefonate e arrabbiature, oltre che un vero e proprio muro di omertà.
Pomeriggio di Primavera 2012, il menestrello è rassegnato. Il progetto di integrare le infrastrutture informatiche dei due parchi aziendali sta fallendo miseramente e benché preferirebbe tornare in trasferta, decide di non farlo. Il parco in provincia di Bari è più piccolo, si respira un'atmosfera intensa, i dipendenti sono più orgogliosi e ci credono veramente, anche se l'azienda sembra averli abbandonati. Seduto alla scrivania il menestrello controlla le mail personali, c'è il tempo di fare ciò che si vuole quando si installa un nuovo server, anche scrivere un romanzo. Litigare con un editore, con il collega, con l'ufficio del personale, con il parco.
Il menestrello stava scrivendo la seconda parte di Entropy, dove i rivoltosi di Ashes e i governativi si alleano contro il nemico principale. La ricerca della casa editrice è praticamente ferma, il menestrello pensa a cosa farsene di ciò che scrive, ma non è ancora disposto ad arrendersi.
Mattina dell'inverno 2012, il menestrello è un relitto. Lavora quattro ore al giorno, ma deve fare le stesse cose di prima, il vantaggio del part time è aver tempo per fare tante cose, lo svantaggio per un maniaco del controllo come il menestrello è aver troppo tempo. Il ciclo invernale di un parco divertimenti è molto triste: c'è gente che lavora tutto l'anno e come ricompensa perde il lavoro, tutto si ferma come in letargo ed è il peggior periodo per l'attività. C'è da dire che l'invernalizzazione è frenetica, faticosa e porta via un sacco di giorni.
Il menestrello aveva finito Entropy, compresa la conclusione della trilogia durata più di mille pagine, sorprendentemente era felice e di buon umore. La ricerca di un editore era storia antica e Nightchild era già tornato nel cassetto.
Acceleriamo...
Autunno 2013, il menestrello è arrabbiato. Si trova in una situazione scomoda, spalle al muro e pieno di nemici, sta cercando di fare del suo meglio, ma la volontà di andare avanti non c'è più e non riesce a tollerare le continue chiacchiere del suo superiore, lo ammette. Sentirsi dire che non c'è via d'uscita è brutto, anche se sincero e lottare per le proprie battaglie dovrebbe essere l'imperativo di ognuno, non serve puntare al pareggio se sai di perdere. Il ballo contrattuale che precede l'inverno è forse la parte peggiore del circo, ma arrivati al dunque tutto diventa grigio e rosso: nubi e rabbia, cemento e sangue. Nel pomeriggio il menestrello non riesce a fare nulla, ormai ci è abituato: torna a casa dal lavoro, mangia e poi si ritrova all'ora di cena che ha cincischiato nel nulla per tutto il giorno.
Il menestrello stava lavorando da mesi allo stesso capitolo, senza scrivere una riga, senza leggere e con una rabbia immensa dentro. Era ora di cambiare. Non c'era ricerca o piano ad allietare il futuro del menestrello.
2014, il menestrello è stanco. La situazione non vuole raccontarla, sa che il post è lungo e forse non avete letto tutto. Il blog come tale è stato un fallimento, le storie pubblicate qui sopra lo sono anche di più e probabilmente è ora di mettersi l'anima in pace e ammettere che Davide non è in grado di andare avanti, anche continuando a pianificare e controllare tutto, non migliorerà mai: ciò che scrive è mediocre, alla meglio riesce a sembrare coerente e la sua vena artistica è peggio di una cantante che non prende una nota.
Domani magari passa. Intanto vado a lagnarmi di altro, così non ripenso a ciò che ho appena scritto e non cancello nulla... non si sa mai che poi me ne penta.

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