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Eccomi qua a ripercorrere il tratto di strada forestale che da Malga Sorgazza sale alla funivia di servizio al rifugio Brentari e al sentiero che inerpicandosi su per il “bualon” ci porterà al bel laghetto di Cima d’Asta e alla vetta.
Un anno dopo di nuovo qui a calcare le laste di granito, del Lagorai. Non era in programma, ma quando Enzo e Rosy mi hanno chiesto se andavo con loro a fare l’Alta Via del Granito non ho potuto resistere. L’anno scorso complice il maltempo, pur portando a termine con caparbietà sotto la pioggia l’intero trekking, io e Marisa non abbiamo potuto salire Cima d Asta e neanche le belle gradinate intagliate nella roccia del Tombolin di Rava. Così quest’anno ci torno, con la speranza di completare le cose rimaste in sospeso e con la piacevole esperienza di fare da guida.Per arrivare a Malga Sorgazza si deve percorrere tutta la Val Malene che si imbocca a Pieve Tesino. “ L’Anno scorso abbiamo sbagliato strada e siamo arrivati a Pieve Tesino salendo per la tortuosa strada di Lamon e del Passo Brocon perdendo un bel po’ di tempo ma quest’anno non mi faccio fregare ……”. Queste le ultime parole famose prima di indicare al pilota l’uscita dalla Valsugana nei pressi di Arsiè. Naturalmente l’uscita non è quella giusta e così ci facciamo una bella gita panoramica sul Col Perier. Alla fine un’ora d’auto in più. Ma poi, come vedremo, non tutti i mali vengono per nuocere. Intanto abbiamo scoperto un posto sconosciuto ricco di verdi pascoli e bellissime casette.
A Malga Sorgazza il sole splende, però a tratti si diverte a nascondersi dietro le nuvole. Dato il ritardo accumulato ci affrettiamo nei preparativi e ci incamminiamo velocemente lungo la strada forestale segnavia 327 e risalita fino alla teleferica, superato il “bualon”, tralasciati i vari bivi per la Campagnassa, per forcella Magna ecc, eccoci sotto le Laste, da dove scendono saltellando mille rivoli di acqua fresca che andranno ad alimentare il torrente Grigno.
Siamo già entrati nel mondo di granito circondati da pennacchi e cime. La cresta del Socede da una parte, la Campagnassa, la Pala del Becco e la Cima del Passetto dall’altra, davanti a noi le placche di granito da salire per scoprire lo splendido laghetto e la grande parete sud che faranno dal sfondo al rifugio. Uno sguardo indietro per vedere da dove siam partiti e per intravedere le cime del gruppo di Rava dove andremo nei prossimi giorni e poi su , dritto per dritto, tenendo giù le suole con piacevole grip
Nel frattempo il cielo si annuvola e si alza un venticello che fa dimenticare la torrida estate in pianura. Diciamo pure che fa freschetto. Non avevo dubbi sulle manifestazioni di interesse e stupore di Enzo e Rosi alla vista del lago sotto la grande e incombente parete sud di Cima d’Asta. In tre orette siamo al rifugio Brentari, abbiamo fatto presto. In rifugio ci accolgono con la solità gentilezza. Sono molto cordiali come sempre. A me fa molto piacere essere di nuovo qui.
Prima di decidere se salire in cima subito o domattina prima della lunga tappa che ci aspetta, ci starebbe una birra, ma il venticello e le nuvolette, che ci hanno accompagnato durante la salita delle laste, ci fanno optare per un bel thè caldo. Azzeccatissimo. Salire in cima vuol dire raggiungere “la Forzeleta”, scendere un tratto attrezzato di un centinaio di metri nella valletta sottostante e risalire il cupolone terminale verso la croce a quota 2847. Visto che l’ora di cena è lontana, decidiamo che si può fare e così aggiungiamo altri metri di dislivello a quelli già fatti. D’altronde la cima in giornata non è proprio proprio regalata, te la devi sudare un pochino. Ma vuoi mettere la soddisfazione, per tutti. Per me poi che l’anno scorso non ci sono riuscito…… La salita a Cima d’ Asta è splendida, dal rifugio si seguono i segnavia si risale la bianca banca granitica abbastanza ripida punteggiata qua e la di piccoli fiori pionieri senza resistere alla voglia di guardare indietro, in giù verso il rifugio, verso le acque blu del lago. La Forzeleta è un piccolo intaglio nella Cresta delle Streghe che una volta superato svela il resto del bellissimo percorso che ci attende.
La ripida discesa aiutata da un cavo, difficoltà al minimo ma comunque utile come passamano dato il terreno un po’ friabile. La valletta che spesso anche in estate costringe ad attraversare un tratto innevato, stavolta è completamente pietrificata. Ci si destreggia tra i grandi massi fino a raggiungere un bivio tra Cima d’Asta e la Cima dei Diavoli, lì inizia il tratto finale.
Bellissimo il colpo d’occhio offerto dalla Cresta delle Streghe con cima Banca, dal Corno di Val Regana e dallo sfondo delle lontane Pale di S. Martino. L’ultimo tratto non è difficile ma ripido e faticoso, anche qui ci si destreggia tra i massi e il dislivello accumulato si fa sentire, almeno io lo sento, ma ormai ci siamo, si vede la croce, ecco siamo in cima : “Buona Cima “ !!!!!
Un attimo per tirar fiato poi la soddisfazione si manifesta tutta, a 360 gradi accanto alla croce di vetta, senza nuvole a interrompere, un po’ di foschia ma panorama intero, cosa inusuale nei pomeriggi di questa bella cima. Bellissima ed emozionante la vista sul lago e sul rifugio. Se penso che un’ora fa la vetta era immersa nelle nuvole ………… se non avessimo fatto il giro del Col Perer ……….
A malincuore passate le 16.30 decidiamo di scendere. La luce comunque ha già preso quella tonalità calda del pomeriggio avanzato che tanto piace alla macchina fotografica, così provo a cimentarmi in prospettive nuove per panorami inusuali. Scendiamo mentre il sole accende le pareti rocciose, risaliamo alla Forzeleta dove come un camoscio ci raggiunge la giovane Elisa compagna del gestore, ci supera, si lancia verso il rifugio promettendoci un paio di birre fresche. Pensando alle nostre ginocchia evitiamo di starle dietro ……………
Il rifugio sorge sul grande ripiano vicino al lago, sotto la grande parete di Cima d’Asta. Ci accoglie con i colori di un tramonto estivo ultimo tassello di una splendida giornata …..
.... anzi no, l’ultimo tassello nel mosaico di granito ce lo metto io dopo cena, sotto un cielo di stelle cadenti....
.........è il 12 agosto è ormai sera al rifugio Brentari.
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