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13 Agosto, la notte è passata sotto un cielo di stelle cadenti a ritmo di oboe e tromboni della camerata. Salutiamo i gestori con un arrivederci e con la promessa di ritornare per fare il nuovo giro del Zimon e ci avviamo verso il passo Socede per ripercorrere un anno dopo la seconda tappa dell’Alta via del Granito, da Cima d’Asta al rifugio Caldenave. La giornata promette bene e il sole ci da il benvenuto spuntando sopra la Forzeleta ad illuminare il laghetto e il rifugio colorando le pareti di Cima d’Asta.
Dal Passo Socede si scende ripidamente lungo il vallone occidentale, sotto la cresta e la punta di Socede, praticamente aggirandole e risalendo a forcella Magna. La discesa è ancora su laste di granito e poi su scomodo e ripido sentiero, però almeno stavolta possiamo godere di ampi panorami verso la val Conseria e il gruppo principale del Lagorai.
Il percorso lo conosco anche se l’anno passato abbiamo praticamente proseguito a vista tanto era la nebbia che ci impediva di ammirare il meglio di questa parte centrale. Per Enzo e Rosi invece è tutta una sorpresa.... però ad esser sincero lo è anche per me
Una piccola sosta presso il laghetto sopra forcella Magna prima di proseguire lungamente attraverso il mondo di granito dalle mille tonalità diverse. Saliamo al bivacco Lasteati a guardar giù verso il laghetto del Cengello, superiamo il biv. Ten. Cecchin e aggirando Cima Lasteati e il Monte Cenghello il Monte Fumo e la Tombola Nera percorriamo tutta la lunga e interminabile Val di Fumo per far sosta presso la forcella delle Buse Todesche dopo aver superato l’incrocio di sentieri sull’Alta Val Vendrame.
Il percorso è molto bello, panoramico e particolare con le sue pietre dai colori vari . Il sole però parla chiaro: “oggi comando io” e la sete comincia a farsi sentire. I mille rigagnoli sotto il Passo Socede hanno lasciato ormai da un pezzo il posto a pietre e granito, costellati di resti di desolanti trincee, resti di guerra e camminamenti. Manca ancora un bel po a Caldenave. Adesso si scende verso la Valle dell’Inferno e la stanchezza per la salita di ieri comincia a farsi sentire.
Il granito cambia colore, da rosso a sfumature di verde per lasciar posto a prati costellati da piccoli specchi d’acqua che anticipano il più grande laghetto Nissere. Ripercorrere questo sentiero un anno dopo fa uno strano effetto, mentre la prima volta sei spettatore privilegiato di tanto spettacolo, stavolta sembra quasi farne parte da protagonista, avanzando automaticamente lungo la via tra verdi saliscendi, ripide discese, preziosi laghetti e fitti boschi che già conosci.
Enzo e Rosi mi precedono spediti, ormai sentono il profumo del rifugio e sognando una bella e meritata birra, io resto un po’ indietro, lascio che i miei pensieri si mescolino con l’odore del bosco, con il rumore dell’acqua che non si vede ma si sente scorrere sotto le rocce dopo i laghi dell’Inferno. Poco prima del rifugio un ponticello scavalca un piccolo rio, poi il sentiero con un ultimo breve strappo ci accompagna al rifugio.
Il piccolo rifugio Caldenave sorge in bellissima e pacifica posizione in alta Val Caldenave, in mezzo al verde di grandi prati con i cavalli al pascolo. Elio ci attende, gentilissimo come sempre. Una stretta di mano, un saluto e poi ci prende in consegna coccolandoci fino ad ora di cena. Una doccia calda, una birra, uno sdraio ……. un occhio verso valle ad ammirar panorami, l’altro a monte a seguire i profili delle Creste di Ravetta e dei Campanili di Orsera.
Domani passeremo da quelle parti. Le ore che precedono la cena sono di massimo relax, poi prima di andare a dormire ( e stasera dormirò sul serio) diamo fondo alla Farmacia del rifugio…………. Elio dovrà procurarsi nuovamente la grappa al Cirmolo per quelli che verranno dopo di noi …………… Domani come oggi montagne di granito.
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