16 giugno, nasce Goyaalé “Geronimo”
è crollata una parte dello stadio Heysel di Bruxellestrascinando con sé corpi da straziarepreparati ad altro che essere straziativedo il dolore normalizzato dal tubo catodicopur sempre doloreè la fine di maggioqualche settimana dopo ho gli esami di maturitàfosse per mematuro o nomi sarei già lasciato cadere dal ramo da un pezzopiù che maturomi sento marciofinisce un quinquennio di merdain una scuola in una classedi merdache non vedo l’ora di lasciare alle spalleora muoiopoi rinascoché inizia un’altra vitainizia la vitanon mi porto neanche un fiorenon riposo in pacevibro fremo mi tormentodietro l’angolo c’è la vitama l’angolo cammina con meavanzo e lui avanzafinalmente gli esamifacciamola finitalo stadio Heysel è tra i temi, si parla di violenzabenelo prendome lo incarti, quant’è?inizio a scrivere che tremo di febbrenon sono che una biromi appassionano gli indiani d’Americaè quasi una manialeggo di tuttone canto i cantine danzo le danzeora ci provodopo due righe generichearrivano caracollando dalle grandi pianuresi precipitano dai canyonsbucano dai fiumi della costa orientalecapelli lunghi a cresta a zerocon le piume senza piumecolorati spaventosi belli orrendicon fucili tomahawk archi frecce mani nudedai teepee dalle case di fangoper essere straziati dai wasi’chudagli uomini grassi dagli uomini bianchi
dall’europa da dio dalla violenzafino alla resain cambio della vitabuttala viaalmeno permette a condottieri come Geronimodi animare le giornate dei visi pallidi con giostre a pagamentofino a tarda etàquando un cavallo decide di farla finita con questa farsadisarcionandoloè finita