21 giugno, nasce Jean Paul Sartre
c’è questa valva di vongola
si incastra perfettamente nell’altra, trovata poco distante
sulla spiaggia di Torvaianica
oltre due ore da aspettare
il pranzo nello stomaco
uscito da una borsa frigorifera di plastica
blu e arancio
uscita dal portabagagli di una ottoecinquanta bianca
vomitata da via Cristoforo Colombo
insieme ad altre utilitarie
gonfie di padri madri zie nonni esseri umani
e borse frigorifere
sul lungomare di Ostia
lasagne pomodori con riso ciambellone frutta
sono dentro una commedia all’italiana degli anni settanta
ma non rido
mi interrogo sul senso di queste due parti
perfettamente combacianti
scheletro di una vita che fu
che non doveva interrogarsi molto
non ti fai troppe domande
se le variabili della tua esistenza
sono aprire e chiudere
non ti chiedi se i tuoi simili
hanno avuto una fine più o meno ingloriosa
in compagnia di spaghetti aglio olio prezzemolo
digeriti dall’uomo che urla ride corre
infierendo su una pallina di gomma
brandendo un racchettone
come Thor il suo martello
un pacchetto di nazionali senza filtro
infilato nell’elastico dello slip
l’uomo che si scusa ridendo
arruffandomi bonariamente i capelli
per aver frantumato con un colpo di tallone
la mia reliquia