L'Italia non esporta né frutta e né verdura e i nostri prodotti non li vendiamo nemmeno nei supermercati. Caporalato? Sono la penultima ruota di un meccanismo perverso nato da chi, sul settore agricolo, ha creato un vasto impero di clientelismo. "Oggi fare l'imprenditore agricolo è dura, molti finiscono per lavorare, a strozzo, per le cooperative che speculano sulle nostre vite. Nei mercati poi, vige la legge del cartello. I prezzi li fanno i broker". "25 anni fa quando furono concessi i primi contributi europei iniziarono anche le truffe e le frodi nel settore agroalimentare".
Lamberti è un omone di 75 anni, da figlio di mezzadro a noto imprenditore agricolo nel Cilento. "Quando eravamo coloni e questa terra era del marchese si lavorava per lui, ci si rispettava a vicenda, quando è subentrato lo Stato la terra si è fatta arida, i suoi frutti lasciati marcire a terra perchè non hanno né mercato e né valore. La semina, il raccolto, pretendono di farci lavorare sottopagati". Lamberti si alza ogni giorno alle 4 per andare a prendere i suoi lavoratori e insieme vanno nei campi, " la mia azienda ha tutte le certificazioni, superiamo tutti i controlli, produciamo frutta e verdura di qualità ma, nei supermercati non abbiamo canali per la vendita e non siamo liberi nemmeno di stabilire i prezzi". Gli ipermercati vendono prodotti agricoli provenienti da coop quasi mai controllate.

Chiaro era l'intento di non far ficcare troppo il naso ai Carabinieri in questioni che arricchivano politici e funzionari. "La nostra proposta è quella di istituire dei nuclei regionali con la stretta collaborazione della Forestale, per seguire il percorso di tutti gli alimenti, per controllare i supermercati per verificare da dove proviene il cibo che poi mangeremo, per garantire soprattutto ai cittadini di mangiare cibo non adulterato che porta spesso a malattie tumorali, che sono in forte aumento. Tutti sanno che il cibo incide per il 30% nelle malattie tumorali". Conclude il presidente della Federcontibuenti, Marco Paccagnella: "indirizziamo questa situazione al ministro Martina, invitandola a disinteressarsi della vetrina internazionale delle multinazionali (Expò) per dedicarsi full time alla situazione dei nostri agricoltori, ai contadini veri".
