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Lamento estivo dell'emigrante sfasato

Creato il 18 giugno 2011 da Andima
E tu, Bruxelles, che con questa pioggia quasi mi fai dimenticare l'estate, mentre altrove già c'è sale sulla pelle e un sole d'accumulare impazienti in colori artificiali (da sfoggiare felici poi la sera), sei lì a raccogliere lamenti perché quelle nubi nere non rispettano il calendario dell'emigrante sfasato, che con la testa ricorda un giugno d'estate e non piove, no, non piove lì da dove si è partiti, sai? Ma non importa, lascia fare, che di lamenti ce ne sarebbero anche per il troppo calore, quando il sudore costringe a rifugiarsi in un gelato e non c'è vento a smuovere un pensiero, perché magari l'afa annulla anche lui, lui che adesso qui vorrebbe estate e non la pioggia, che ti costa accontentarlo? Lascia passare quelle nubi e lasciati fotografare d'azzurro e luce, che anche il turista non porti con sé questo grigiore e ricordi uggiosi, che d'accordo il nord, van bene statistiche e previsioni, ma perché non un fine settimana di giugno vestita brillante e serena? Immagina quanta gente a popolare i tuoi parchi e i bambini e i cani, immagina quanti sorrisi in bici e gli affreschi d'art nouveau riflessi lontani, quanto rumore nelle tue terrazze, mercati, piazze e boccali: immagina adesso che immagino anch'io senza metter le ali, prendo l'ombrello ed esco in attesa del prossimo umore, che sia di pioggia o di sole non importa, dicono sia estate altrove e lo sarà anche qui, a singhiozzi ma senza esagerare, con umiltà e la mattina da interpretare, stai tranquilla che non vado via, restiamo allegri insieme e senza monotonia, in qualche tuo vicolo stasera troverò inatteso un punto esclamativo e sarà d'improvviso, lo so, come il sole che regalerai domani.

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