Quanto accaduto oggi a Lampedusa è la più lampante dimostrazione del fallimento di questo governo anche per quanto riguarda il suo Ministro degli Interni e la sua politica sull’immigrazione. Abbiamo assistito allo scontro tra due ragioni: la prima, quella che più ci tocca e ci indigna, la ragione dei Lampedusani. Immaginate come vi sentireste nel vedere la vostra terra invasa da sconosciuti e derelitti che, per quanto possano ispirare la vostra pietà e la vostra umana solidarietà, comunque sconvolgono quelli che sono ritmi consolidati dell’esistenza, nonché tutta un’economia. La seconda ragione è quella degli immigrati, stipati per settimane in uno scatolone di cemento in attesa di essere smistati per chissà dove, con una condizione igienico-sanitaria al limite del disumano. Scoppia la rivolta dei secondi e, dopo tanto tollerare, anche quella dei primi. E’ lo scontro, la guerra tra povera gente. Drammatica e crudele esplode con lanci di sassi, bastoni, minacce, e una carica della polizia risolutiva ma che ferisce nel fisico e nell’anima tutti, immigrati, Lampedusani, le coscienze civiche. Perché il punto non è chi abbia ragione e chi torto. Il punto è che in un paese civile questo non deve accadere. Un paese civile accoglie con rispetto e umanità l’immigrato. Poi esso può essere rimpatriato o smistato verso altre direzioni ma prima di tutto va rispettata la condizione umana. In mancanza di questo, per quanto mi senta totalmente solidale con i cittadini di Lampedusa, lo Stato sarà sempre accusabile e accusato di avere torto. Anche quando viene sostanzialmente attaccato da stranieri che non ne avrebbero diritto. La condizione disumana in cui vengono costretti dà loro una sorta di diritto alla protesta, ferma restando, come sempre, la mia ferma condanna verso ogni forma di violenza. Parimenti i Lampedusani hanno diritto alla difesa della loro propria dignità nonché della loro terra e del loro spazio vitale. Tutto questo è una vergogna che dovrebbe pesare come un macigno sulla coscienza umana e politica del ministro Maroni. Il problema è averla una coscienza.
Luca Craia