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LaN – Lezioni applicate di Nomadismo [.1]

Creato il 04 novembre 2012 da Philomela997 @Philomela997

Una rubrica di Sana Kiurata

Nomadismo: uno stile di vita?

Può essere…

Per uno di quegli strani casi della vita mi sono ritrovata nel giro di dieci giorni senza casa, niente più tana calda in cui rifugiarsi.

Poco male, dopo i primi attimi di perplessità e spaesamento non mi sono persa d’animo e ho iniziato a cercare una possibile soluzione abitativa; risultato? Mi sono involata dalla capitale verso la provincia, mossa che ho scoperto essere sempre più comune tra i miei coetanei, per via dei costi proibitivi delle case.

Che ce volete fa? I tempi cambiano e gli obbiettivi pure.

Negli anni ’70 si partiva per l’India alla ricerca di se stessi, a distanza di quarant’anni si parte per la provincia in cerca di una tana a equo canone.

E sarebbe tutto fantastico se non fosse che la vita non si sposta con te: locali, amici, progetti restano dove sono… ci si ritrova un po’ come se si stesse tenendo il piede in due scarpe.

Ed ecco quindi sorgere deliri di viaggi in treno, ospitalità improbabili un po’ a destra e un po’ a manca e tanti, tanti, tanti bagagli.

Ma anche dai cambiamenti più sconvolgenti si può imparare qualcosa di buono, o almeno questo ho ricavato dal mio ultimo anno (e dal settimo trasloco della vita), e se ho iniziato a non farmi più spaventare dai “E ora… qualcosa di completamente diverso!” applicando il consiglio di un amico – reset: un approccio informatico alla vita – ho deciso di impegnare parte dei miei viaggi in treno per raccogliere i consigli nati dall’esperienza su come vivere più comodamente il nomadismo obbligato del ventunesimo secolo, tentando di sorvolare sulla parte dei pipponi mentali, che tanto quelli siamo buoni tutti a farceli senza bisogno di aiuti.

Per cui zaino in spalla miei cari e… buona sorte a tutti!

***

Mi ritrovo nomade, senza fissa dimora.

Sorvolo sui mostri che crea alla mente questa condizione e parlo di cose più utili e più pratiche.

Chissà, magari a qualcun altro servirà beneficiare della mia esperienza.

Cosa vuol dire di preciso essere nomade?

Vuol dire essere sempre pronti, stare  sempre sulla linea della partenza, perché può capitare all’improvviso di dover prendere un treno, un autobus, di dover cambiare posto, casa, cucina, letto.

Fondamentalmente si vive scroccando ospitalità ad amici e parenti; tutto cercando di continuare ad avere una vita “normale”.

Ma cambiano le priorità.

Prima di tutto cambia il rapporto che si ha con le cose e le persone.

Se a casa le pantofole sono il primo pensiero e il divano il tuo inseparabile quando sei nomade le cose cambiano.

Prima regola del nomadismo: lo zaino è il tuo migliore amico.

Seconda regola del nomadismo: lo zaino è il tuo migliore amico.

Lo zaino, si, proprio quello zaino vecchio e polveroso che a casa tenevi in fondo a un armadio per “quando servirà”; ecco, è giunto il momento in cui servirà.

Non deve essere uno zaino troppo grande perché se no ingombra, se no finisce che lo riempi di cose e poi sarà pesantissimo; lo zaino ha da esse medio, quella misura in cui ci entra appena un po’ risicato il giusto.

Il mio è un vecchio zaino di scuola, me lo regalò mia madre al liceo, e da quel giorno è diventato un inseparabile compagno nei miei viaggi in capo al mondo.

Attualmente contiene il necessario per sopravvivere a una due giorni di nomadismo romano, altrimenti detto:

-   Mutande

-   Calzini

-   Cose per dormire

-   Libro

-   Portatile e relativi accessori

-   Caricabatterie del cellulare

-   Quadernetto per appunti

-   Cambio completo di vestiti (qualcosa di carino per uscire)

-   Beautycase

Ovviamente il contenuto è declinabile a seconda delle proprie esigenze io per esempio rinuncio volentieri a una felpa in più a favore del computer, ma io sono una nerd che preferirebbe andare scalza piuttosto che senza pc, e per fortuna non sono nemmeno freddolosa, ma del contenuto dello zaino parlerei dopo.

Torniamo alle prime due regole del nomadismo: lo zaino è il tuo migliore amico.

Lui conterrà tutte le tue cose, i tuoi tesori, il necessario per sopravvivere per cui:

-   Trattalo bene: se si sporca/rompe durante un tragitto sarà una tragedia e tu ti ritroverai col culo per terra.

-   Non perderlo mai di vista durante i viaggi e i tragitti sia sui mezzi che a piedi; lì dentro c’è l’occorrente per la tua vita, perderlo o farselo rubare sarebbe un disastro!(essendo stata in gioventù una grande viaggiatrice in treno ho sviluppato un numero n di trucchetti per evitare che mi venissero rubate le cose: tutte le cose davvero importanti vanno messe in tasca o in una borsina legata a noi –tracolla, cinta, fate voi… –  sopra la quale ci si può comodamente acciambellare in caso di pisolino – sfido chiunque a fregarmi il portafoglio gelosamente custodito sotto 70 kg de roscia – in caso di bagagli più grandi oltre al vecchio e già menzionato trucco del “dòrmice sopra/abbracciato” c’è “passa i piedi dentro le bretelle dello zaino e appoggiatelo tra le gambe” questo non ti preserverà da chi eventualmente potrebbe aprirlo ma è un ottimo anti scippo-al-volo)

-   Metti in salvo il tuo amico: cioè la mia regola d’oro; quando arrivo in città e so già da chi sarò ospite la prima tappa è sempre dedicata al mettere in salvo il mio amico zaino, così potrò girare più leggera e soprattutto con la certezza che tutti miei averi atti alla sopravvivenza sono ad attendermi a casa al mio ritorno.


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