Il tam tam palpita di cellulare in cellulare, l’indiscrezione disegna serpentine malefiche, il gossip galoppa sull’onda dei sussurri e rimbalza d’angolo in angolo. Tremila copie vendute da Mondo Padano, no erano abbonamenti ed erano 4mila. Ma il venduto? Chi lo sa. Non lo so. Io ho fonti sicure. Io non saprei. L’editore se l’è comprato lui e l’ha distribuito ai dipendenti! Sì, poi?
giorni di intenso lavoro a Mondo Padano
Le voci si moltiplicano. Decifriamo le mille lingue di Babele. I dipendenti del tubificio, almeno loro, avevano il buono per ritirare gratis Mondo Padano in edicola.
Gli altri erano abbonamenti già venduti. Il dato delle vendite non si sa (nei piccoli giornali di solito non si sa mai) ma 3.500 in tutto se ne saranno andate. Lo sforzo della distribuzione si è concentrato su Cremona, tuttavia le truppe dei giornalisti d’acciaio sbarcheranno in provincia, dove finora la promozione ha languito.
Intanto si lavora, eccome se si lavora. Contratti articolo uno, che cosa credevate? Ovvero il massimo cui può ambire un redattore. In pochi anni i guadagneranno anche 2mila euro e più grazie agli scatti d’anzianità. E una prima busta paga è già arrivata, contando le lavorazioni già effettuate prima dell’uscita in edicola.
Si lavora e spunta lui, Arvedi G. Imperturbabile nella sede di piazza Roma, mentre Antonio Leoni sorride beato ma non si sa bene perché. Sarà felice d’essere lì come ai bei tempi.
Si dubita di quella sede in piazza Roma. Infinitamente più comoda che quella di Studio Uno, a fianco della lieta acciaieria, dov’è confinato Mario Silla. Il suo enigma è che Arvedi vuole investire sulla carta stampata, ma fa lavorare due redattori già sul sito che diverrà on line nel prossimo futuro. Due mastri internauti sono al lavoro: doveva uscire prima la versione on line e poi quella stampata ed è andata al contrario.
Ma allora la tivì guidata da Mario Silla? Che ci fa laggiù sperduto fra le impervie lande di Cavatigozzi-Spinadesco?
E Cremonaoggi si trasferirà là dove sta la tivì? Misteri terribili che si dipaneranno come i più inestricabili grovigli.
Sì, ma le notizie?
C’è quella curiosa storia della certificazione del suono che sarebbe rilasciata dal museo del violino ad avere scosso gli ambienti della liuteria cremonese: Consorzio e Anlai andrebbero a gambe all’aria, stando alle prime reazioni.
Il violino resta strumento ambiguo, si dice che sia lo strumento preferito dal diavolo. C’è da fidarsi di un violino?