L’Ayatollah iraniano Khamenei, dato per moribondo, è ricomparso in pubblico denunciare la distruzione delle foreste del paese. Secondo la massima carica religiosa, un vasto fenomeno di "land-grabbing" sta progressivamente devastando le risorse naturali: personaggi vicini ai funzionari governativi si impossessano dei terreni pubblici in una sorta di massiccia privatizzazione illegale, quindi distruggono foreste a ambienti montani.
Khamenei ha detto, “E’ doloroso che la furbizia e la capacità di manipolare la legge, con la complicità di alcuni funzionari dementi, [renda possibile] trasformare la ricchezza pubblica in ricchezza privata.” Ha aggiunto che il land grabbing si è ormai trasformato in mountain-grabbing. ... “Quando vedo quello che sta accadendo a nord di Teheran, resto deluso. Ho sollevato questo problema diverse volte con funzionari dell’amministrazione comunale, e si sono impegnati ad affrontare il problema, ma ora devono agire con maggiore decisione”.
Khamenei ha detto che vaste aree di foreste dell'Iran settentrionale sono state letteralmente saccheggiate nel disinteresse dei funzionari preposti. Ha inoltre ammonito i funzionari affinché casi del genere non si ripetono. Qualunque sia il pretesto, dall’espansione urbana, al turismo, alla costruzione di alberghi o di seminari religiosi, la distruzione dell’ambiente deve essere fermata.
Secondo il responsabile del servizio forestale iraniano Khodakaram Jalali, negli ultimi 10 anni, l'Iran ha perso circa 14.000 ettari di foreste. I motivi della deforestazione, secondo Jalali, sono stati "progetti di edilizia, estrazione mineraria, incendi, malattie, espansione delle città e villaggi e uso eccessivamente intensivo“