Le aspre colline disegnano un paesaggio degno di un quadro. Il verde dei prati e delle vigne si staglia contro il cielo azzurro punteggiato da qualche soffice nuvola. Le Langhe sono così: accoglienti e, allo stesso tempo, impervie. Questo territorio di unione tra il Piemonte e la Liguria dà i nobili natali a un vino conosciuto ormai in tutto il mondo: il Barolo. Nettare raffinato per molti (tra i quali la sottoscritta), troppo impertinente per altri. Il suo colore rosso granato sembra raccontare del duro lavoro necessario per domare i vigneti da cui nasce, mentre il suo sapore rispecchia un carattere forte e volitivo.
Può essere prodotto solamente nelle terre comprese in undici comuni (Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Monforte d’Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d’Alba, Novello e Grinzane Cavour) dove il vitigno da cui deriva, il Nebbiolo, viene coltivato da tempo immemore. Tuttavia, solo a metà dell’Ottocento la caparbietà di Camillo Benso Conte di Cavour e di Giulia Colbert Falletti, ultima marchesa di Barolo, permisero di realizzare questo vino eccezionalmente sontuoso ed equilibrato. Da degustare con formaggi stagionati, carni rosse e i saporiti piatti della tradizione piemontese.
Le colline delle Langhe sono sorvegliate da imponenti castelli medievali e, passeggiando lungo i sentieri che si inerpicano in mezzo alle vigne, è possibile raggiungerne qualcuno come il suggestivo castello di Serralunga d’Alba. Grazie al suo forte slancio verticale svolse un’importante funzione di controllo sulle attività produttive locali. Costruito nella metà del 1300 ha una struttura architettonica unica sul suolo italiano: si tratta infatti di un dongione (per definizione la torre più alta di un castello), che serviva da punto di osservazione. Il maniero non venne mai trasformato in residenza di villeggiatura e mantenne inalterata nei secoli la sua struttura di roccaforte medievale.
La pietra grigia, gli affreschi, i trabocchetti per respingere gli attacchi e le sale affacciate sui declivi sottostanti, meritano i 120 scalini per giungere in cima.
Un indirizzo:
A Bra, patria di Slow Food e della manifestazione Cheese, imperdibili i formaggi di Giolito – istituzione della città e produttore di alcune delizie casearie che non ci si può esimere dall’assaggiare.
Grazie a Biteg e Tu Langhe e Roero