La ‘povna soffre di problemi fono-respiratori praticamente da sempre. Allergica dalla culla (tosse, raffreddore e asma), il suo passaggio per le scuole del regno, da bambina e adolescente, è sempre stato accompagnato da una scia di fazzoletti di ogni sorta, che le facevano da codazzo augurale.
A Hogwarts, invece, è stata la volta soprattutto della tosse, che ha scandito, in ogni luogo, il suo percorso – tanto che il grido “Arriva la ‘povna!” faceva seguito ai suoi barriti intensi, lanciati con ogni temperatura e ogni tempo per le scale del collegio.
Poi, per farla breve, è stato solo peggio. Anche perché lei – scuola o altro mondo (gli altri universi – biblioteche, archivi, traduzioni, selezione di editoriali manoscritti – li ha attraversati in maniera abbastanza cursoria da non fare testo) – si era scelta delle professioni che tutto sembravano meno che adatte a evitarle la cronicità che stava prendendo il sopravvento nel suo apparato vocale.
Il momento più basso lo ha vissuto un anno e mezzo fa circa, al tempo della tonsillite purulenta, che ha segnato però (così come spesso capita) il punto di partenza per un futuro migliore.
Non che la ‘povna abbia vinto alla lotteria nuove corde vocali, tonsille, gola, o bronchi. Ma, da un lato, la dottoressa V. (dopo amoxicillina santa – e tanta – subito) le aveva fornito una serie di strategie mirate da seguire con precisione schietta. Dall’altro lei stessa, questo inverno, si è dedicata alla sua persona con una cura un po’ più attenta. Ed è così potuta arrivare (allergia selvaggia da casse del trasloco a parte) alle soglie dell’estate in condizioni meno problematiche del solito (e con sul groppone solo due cicli di antibiotici, e due passate dure di aerosol).
In ogni caso, un po’ di prevenzione, specie se naturale, non ha mai fatto male, anzi.
Ed è per questo che la ‘povna – in nome di una serie di coincidenze buffe di cui non vale la pena dare conto – venerdì parte, e se ne va alle terme. Sì, come la Anne Elliot di Jane Austen (anche se, ahimé, la ‘povna per andare a Bath non ha abbastanza tempo), o Clara, l’amica di Heidi; e, su, su, tutta quella letteratura ottocentesca che parte dalla tisi e finisce in sanatorio.
Parte in treno, ché il tragitto da fare non è troppo. E torna presto. E ovviamente tra le facilities essenziali richieste nel suo alloggio non si poteva far mancare il wireless. Ma se tarda un poco a scrivere non c’è bisogno di stare a preoccuparsi. Ché, mentre se ne sta tranquilla a fare inalazioni da ogni buco respirabile, la ‘povna – in una mano un romanzone acconcio, un fazzoletto opportunamente bordato nell’altra – starà giocando, soddisfattissima, a identificarsi con Violetta o con Mimì.
Magazine Diario personale
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