Origine e spiegazione del nome
Il nome della Lantana si riferisce al genere di piante Dicotiledoni, appartenente alla famiglia delle Verbenacee e comprendente, inoltre, numerose specie, la maggior parte delle quali originarie dell’America Tropicale. L’intuizione di affibbiare questo nome al genere in questione (in precedenza, con Lantana si identificava solitamente il Viburnum) si deve interamente a Carl von Linnè, il medico e naturalista svedese meglio noto col nome di Linneo. Si tratta, in pratica, di piante che possono essere sia erbacee che di tipo arbustivo e che beneficiano di altri aggettivi per una loro accurata descrizione: sono infatti irsute, tomentose e hanno delle foglie opposte, ellittiche e dentate, mentre i fiori sono variamente colorati e riuniti in delle splendide infiorescenze compatte.
La Lantana Camara e il Viburnum
Non c’è dubbio comunque su un fatto: la specie più famosa e diffusa come pianta di tipo ornamentale è sicuramente la Lantana Camara, un arbusto sempreverde che è però adatto solamente alle zone che presentano uno spiccato clima mite. Le foglie di questa specie sono di un intenso colore verde scuro, mentre i fiori, di forma tubulosa, possono essere rosa, arancioni, bianchi oppure rossi, riuniti in delle infiorescenze larghe pochi centimetri, le quali si aprono all’ascella delle foglie stesse nel periodo compreso tra maggio e ottobre. La moltiplicazione può essere effettuata sia mediante l’inseminazione nei mesi primaverili, sia attraverso talea in agosto. Tra le altre cose, non bisogna dimenticare che con lo stesso nome di Lantana si è soliti indicare comunemente nel nostro paese il Viburnum Lantana, un arbusto della famiglia delle Caprifoliacee, presente soprattutto ai margini dei boschi italiani, il quale presenta delle foglie che sono davvero molto somiglianti a quelle della Lantana vera e propria. I fiori del Viburnum sono bianchi e riuniti in cime, mentre i frutti sono drupe rosse che diventano di colore nero quando hanno raggiunto la piena maturità: da esse si ricava un prezioso inchiostro, ma sono molto utili anche i rametti più giovani e flessibili, impiegati spesso per intrecciate i cesti.
Le altre specie
Ma non esistono soltanto le specie appena elencate: conosciamo dunque altre varietà molto interessanti. Anzitutto, c’è la Lantana Selloviana, detta anche “Montevidensis”, con un chiaro riferimento alla sua origine uruguaiana: la specie è semiprostata e consta di rami molto sottili e di foglie di piccole dimensioni. In questo caso il periodo più ideale per vedere le infiorescenze nel loro massimo splendore è quello compreso tra ottobre e novembre, con delle varietà di colore che vanno dal rosa-lilla fino al giallo. Un carattere ancora più tropicale lo possiedono invece le Lantane Involucrate e quelle Trifolia: nel primo caso si tratta di una specie diffusissima nelle Antille, con fiori globosi e una crescita sostenuta fino al metro e mezzo, mentre la Trifolia produce in genere dei fiori dal colore rosso porpora.
Le esigenze principali
Di quali esigenze necessita questa pianta? Le maggiori attenzioni devono essere prestate nel corso dei mesi invernali, soprattutto in termini di temperature a cui esporre la Lantana: tra i 6 e i 10 gradi ci troviamo di fronte a una condizione ideale, mentre un eccessivo innalzamento o riscaldamento potrebbe provocare un attacco sconsiderato da parte dei parassiti, a causa del progressivo deterioramento a cui andrebbe incontro. Anche l’acqua con cui si innaffia la pianta va controllata in maniera minuziosa e precisa; in questo caso, con le alte temperature estive ci vuole un’innaffiatura abbondante e generosa, mentre essa deve essere più moderata in inverno, senza dimenticare che la Lantana ha bisogna della maggior umidità possibile, ottenibile anche in serra. In questo senso, un accorgimento giusto e che si può consigliare nell’ambito della coltivazione di tale pianta è quello di utilizzare soltanto dei terreni ricchi, fertili e con una massiccia presenza di humus. La luce, poi, deve essere considerata come un vantaggio-svantaggio, vale a dire che non si deve commettere l’errore di sfruttarne troppa.
La luce da utilizzare
La Lantana necessita di una luce molto buona, perfino quando il sole splende in modo totale nelle calde giornate estive, ma le ore di massima esposizione vanno monitorate, perché il sole alla sua massima potenza e una scarsa ventilazione della pianta possono rappresentare un mix davvero letale.
Concimazione e potatura
La concimazione e la potatura, infine, sono due elementi più che essenziali: almeno ogni due settimane si deve provvedere a concimare le piante, e questo consiglio vale fino all’inizio della stagione autunnale, mentre quando l’estate è nel suo pieno svolgimento, allora dei vasi all’aperto rappresentano la soluzione migliore, senza tralasciare la serra e la sua utilità autunnale. Parlare invece di potatura è un po’ improprio per la Lantana: l’operazione si rende necessaria esclusivamente per i rami che arrivano fino ai quindici centimetri di lunghezza e, in particolare, nel periodo compreso tra febbraio e marzo.
Malattie e curiosità
I maggiori nemici della pianta sono sicuramente i funghi, ma anche le mosche bianche intaccano seriamente la struttura, visto che sono solite succhiare in abbondanza la linfa delle foglie. In conclusione, qualche interessante curiosità: la specie Camara è un’erba piuttosto nociva e fastidiosa e il suo sottobosco, nonostante i fiori dall’aroma intenso, è molto acuminato. Inoltre, si è soliti variare le gamme di colori, un’operazione che rende la pianta molto richiesta dal punto di vista decorativo.