Della mia passione per i fumetti non ne ho mai fatto un mistero, così come non ho mai nascosto che nonostante il quarto di secolo ormai incipiente sono ancora molto attratto dalle avventure degli eroi in calzamaglia. Ho avuto modo di parlare più di una volta dell'universo (ma sarebbe meglio dire multiverso) della Marvel, eppure, a parte per i Batman di Nolan o Miller e Watchmen, alla povera DC, che dopo settantanni è finalmente riuscita a battere la Casa delle Idee nella corsa alle vendite, non ho mai riservato un particolare spazio. Anche perché non ci sarebbe molto da dire, poiché l'unico personaggio che amo in maniera abbastanza rilevante è l'uomo pipistrello di Bob Kane. Però tempo fa ci fu il fortuito incontro con Lanterna Verde, quando in una libreria che stava per chiudere trovai, scontatissimi, due volumoni che raccoglievano la quasi decennale run fatta dall'autore Jeoff Johns sulla testata di quel personaggio. Furono delle storie particolari, con tutti i pro e i contro del normale fumetto supereroistico, ma che però seppero darmi quello che sembrava essere il meglio di un personaggio all'apparenza ridicolo ma che in realtà nascondeva dentro di sé delle possibilità enormi. Fu così che nell'edizione del 2012 del Lucca Comics feci di tutto per riuscire a incontrare John ed a farmi autografare (insieme al volume Flashpoint) i due alboni. Inutile dire che se ne stanno fra i miei grandi cimeli della vita.
Il pilota d'aerei Hal Jordan una sera incontra un alieno morente, che gli affida un particolare anello. E' l'anello delle Lanterne Verdi, un esercito di guerrieri intergalattici che, grazie all'essenza verde della volontà custodita in quell'anello, riesce a compiere l'impossibile. E Hal dovrò fare ancora di più, se vuole riuscire a fermare Parallax, un potentissimo parassita alieno.
Lanterna Verde è un personaggio strano e, oltre che per il colore che lo caratterizza, in parte mi ricorda Hulk, per il semplice motivo che per scrivere le sue avventure ci vuole per forza uno scrittore coi controcoglioni, altrimenti rischiano di sembrare come la cosa più stupida dell'universo - per stare in tema spaziale. Non vanno sottovalutate tutte le tematiche che racchiude al proprio interno, come quella riguardante il potere della volontà conferitogli dal suo anello o l'opposizione della paura gialla che gli si contrappone spesso, perché sono tutti elementi di grande peso che possono creare delle grandi storie. Le stesse che Johns ha creato, per certi versi, se non si conta il fatto che lui ormai è un abituè di quel mondo. Il film invece... beh, diciamo che non è proprio un film riuscitissimo. Ma non è neppure un film orrendo, nonostante il flop allucinante che ha dovuto sopportare. Sta in quella scomoda via di mezzo che però può risultare fatale, perché alla fine è una pellicola inutile, perché non meraviglia (o almeno, non lo fa con nessuno che abbia più di sei anni) ma nemmeno ferisce, tanto da farti dire che è uno dei film più brutti che hai mai visto - ma credo che fare peggio di The amazing Spider-man 2 sarà impossibile per un bel po'. Sicuramente resta deludente, ma oltre quello nulla. Quindi è impossibile dargli anche una certa importanza infamante. E dire che gli effetti speciali sono buoni e la regia di Martin Campbell, uno che ha saputo revitalizzare un brand che ormai faceva la muffa con Casino royale, fa il lavoro da semplice mestierante che gli richiede il ruolo. Non ci sono guizzi, ma almeno il ritmo è sostenuto e la telecamera non è mai messa in punti troppo strani, cosa per la quale si ringrazia, ma il problema è che nessuna scena è mai enfatizzata in maniera particolare. Il che è assurdo se il film è imperniato sulla volontà e sul potere da essa conferita, perché sarebbe stata una trovata meta-cinematografica non da poco che però non viene minimamente sfruttata, manco per l'entertainment. Si ha così un film su un pirla, personificato da Ryan Reynolds che per me è un po' come il fratello tonto di Ben Affleck, che fa minchiate con altri pirloidi, stavolta portati in scena da dei bravi attori (Mark Strong e Tim Robbins, per dire) che però o sono sommersi da vagonate di trucco o devono limitarsi a doppiare personaggi fatti al computer - quindi bye bye nella versione italiana. Si porta avanti anche una scena lunghissima e decisamente inutile circa la costruzione dell'Anello Giallo della paura che, a parte per un easter-egg dopo i titoli di coda, non serve praticamente a nulla, ma la sua influenza avrebbe potuto creare una sottotrama decisamente interessante che però viene lasciata lì. Così come il cattivo, uno che a differenza del protagonista è sempre stato avvolto dalla paura e dall'odio, rendendosi quindi più sensibile al potere di Parallax, al quale viene conferito il classico ruolo da macchietta e per metà film non fa assolutamente nulla, se non farsi condizionare dal parassita spaziale in maniera anche abbastanza scontata. E quando ti viene a nostalgia del Venom di Spider-man 3, allora vuol dire che siamo alla frutta. Va segnalato anche l'aspetto visivo, in netto contrasto con quello che era il look del fumetto, dove magari i costumi delle varie Lanterne Verdi sulla carta non apparivano così ridicoli come su celluloide, tanto da far sembrare tutti quanti una riproposizione high-tech dei Village People.
Se è per occupare una serata dove piove e tutti i vostri amici sono a casa con la febbre, allora magari lo si può anche visionare, Ma già l'idea di vedere un film perché non si hanno altre scelte è abbastanza deprimente...Voto: ★★