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Largo ai Chiefs

Creato il 28 luglio 2012 da Rightrugby
Largo ai Chiefs La prima semifinale del SuperRugby è la finalissima del rugby neozelandese d'elite: si sono affrontate le due migliori compagini locali della stagione - anche se l'attacco Hurricanes ha avuto pochi rivali overall.  Alla fine e con molta più fatica di quanto la partita non avrebbe mostrato in sè - e questa è una lode indiretta alla resilience e spirit dei perdenti - la compagine forse più performante del Super Rugby nell'arco di tutta la stagione, i Chiefs, ha sconfitto 20-17 quelli che alla fine ci sono sempre, i Crusaders.  I coach Rennie e Wayne Smith han prevalso su Blackladder, allestendo in un solo anno dopo i disastri dell'anno scorso,  una squadra che s'è risollevata non solo con l'inserimento dell'ex di turno Sonny Bill Williams.
I Chiefs non fanno i "leggiadri" come i 'Canesin primis fan affidamento su un pack All Ball Carrier, a partire dalla prima linea tutta "pacifica" Sona Taumalolo - Mahonri Schwalger -  Ben Tameifuna, poi una delle rivelazioni assolute stagionali Brodie Retallick col determinato (e falloso anzichenò) Craig Clarke in seconda e una terza linea esperta e indefessa nel bloccare tutto e prevalere su quella All Blacks: Liam Messam (il migliore in campo?), Tanerau Latimer  e il samoano Kane Thompson. In regìa i giovani Tawera Kerr Barlow (grande futuro innanzi) e Aaron Cruden (ottimo presente) non hanno mai perso il filo, in mezzo SBW apre e illumina mentre l'esperto Andrew Horrel da Hawke's Bay tampona e sostiene; al largo i giovanotti Tikoirotuma da Fiji e il cugino Tim Nanai Williams chiudono gli spazi e sono pronti a proporsi, mentre splende per iniziative l'estro di Robbie Robinson, altro acquisto decisivo dei Chiefs. E in panca hanno un giovane leone già AB come Sam Cane!
Davanti ci sono gli iper-titolati Crusaders, eroi di mille battaglie persino nei giovani, in formazione quasi tipo (manca praticamente solo Kieran Read al nr.8) e in forma crescente negli ultimi tempi. Davanti c'è l'esperienza (sempre un po' "sporca") di Wyatt Crockett con Ben Franks (e il fratellino Owen in panca) a sostenere Corey Flynn, retti dal primo dei tre fratelli Whitelock in campo, Sam, con Luke Romano, il quale toccato duro alla spalla dovrà uscire molto presto per Tom Donnelly. E' la mischia ordinata un'area in cui la superiorità dei 'Saders per poco non rovescia l'esito della gara, ma fortunatamente per i Chiefs da quelle parti se ne fregano quando vengono messi sotto in tale fase, si rialzano e ricominciano a correre per il campo come se niente fosse ...
In terza linea George Whitelock alza la statura media, il lato open vede il giovane Matt Todd l'erede di McCaw (dicevano, prima che spuntasse Cane), chiude il pack sua maestà Richie McCaw, tampone di lusso per Read ma soprattutto a provare, sa mai, se da skipper riesce a prolungare la carriera.
La "cerniera" non si discute, è di livello mondiale anche se al mondiale s'è vista poco: il regolare e pulito Andy Ellis e Dan Carter; in mezzo gli onesti lavoratori Ryan Crotty e Rob Fruean, al largo il pericolo pubblico del tutto disattivato Zac Guildford coll'inattivo terzo Whitelock, Adam e in fondo il grande, completissimo Israel Dagg.
La partita è una super classica da Paese numero uno del mondo del rugby: intensità e ritmo di gioco inarrivabili per qualsiasi europea e anche sudafricana, attenzione individuale spasmodica, tattica sopraffina perfettamente interpretata da tutti, nessun buco o distrazione individuale, fuorigioco difensivi quasi sistematici,  cooperazione e organizzazione massima.
Tanta è la profusione di classe organizzata su ambo i fronti che la partita corre il serio rischio di risultare del tutto bloccata: è quanto avviene per 25 minuti, risultato 3-3 con un errore di Cruden (il miglior marcatore del SuperRugby) che tenta di piazzare da oltre metà campo. Dopo una sostenuta prevalenza territoriale degli ospiti nel primo quarto, retta con l'attenzione e la veemenza difensiva, sono i padroni di casa a mettersi in mostra con tre serie di attacchi in cui prima Cruden, poi SBW e infine Robinson aprono varchi nella linea che in un paio di casi risultano decisivi.
Ecco, la differenza è qui - mischia ordinata come detto a parte, dove prevalgono i 'Saders soprattutto nel secondo tempo: i Chiefs trovano qualche break grazie ai campioni di cui dispongono in mezzo al campo,  e aono abili nel sostenere tali sfondamenti; gli ospiti invece danno l'impressione di provarci quasi in modo meno organizzato. E pagano un caro prezzo alla difesa, con nove palle perse contro tre, forse la statistica più significativamente sbilanciata della gara.
La partita è giocata nel primo tempo e "gestita" nel secondo: due mete per i Chiefs contro una dei Crociati nella prima metà, parziale 17-11; recupero a base di punizioni nel secondo tempo che va agli ospiti con un parziale di 3- 6 ma non basta.
Gli episodi delle mete: al 25' su un rovesciamento di fronte, dopo che SBW novello Mosè apre le acque difensive e trova attento e puntuale sostegno, il pacj dei CHiefs trascina indietro la difesa fino alla linea di meta; nella ruck viene "battezzato" primo uomo l'inevitabile Alisona Taumalolo, che raccoglie e si butta avanti. L'arbitro Joubert chiama il Tmo per aggiudicare la meta ma bastava guardar la faccia del tongano segnata dalla calce (si diceva una volta) della linea,  per capire che c'era arrivato. E' la nona meta stagionale per il pilone atteso in Francia, secondo realizzatore del torneo dopo le dieci mete dei backs Bjorn Basson e Andre Taylor.
Al 32' la linea degli ospiti cede per la seconda volta: prima è Robinson a portar palla oltre; fermato in affanno, dopo un paio di raccolte è ancora SBW ad aprire la via, su cui s'infila inarrestabile a supporto il fedele Messam.
Due mete a zero, par fatta ma la faccia di McCaw dice che sarà ancora dura per tutti. E difatti. col cinismo massimo di cui son capaci, i Crusadres sfruttano magistralmente gli ultimi secondi e oltre del primo tempo per riaprire la gara, sfruttando un angolo di taglio perfetto di Crotty dopo che il campo era stato risalito con una punizione calciata in touch.
Nel secondo tempo è resistenza e maglie serrate, con qualche tentennamento dovuto alla netta supremazia in mischia ordinata degli ospiti, almeno fino a quando Joubert capisce che deve stare dalla parte di Crockett (lo sanno anche i bambini dell'asilo). Fatto sta che bastano due piazzati a Carter per riportare sotto i suoi a soli tre punti. Cruden è sfortunato, colpisce la traversa e l'ovale va in goal, ma quello buono solo per il soccer. Negli ultimi minuti la sfortuna viene parificata: una punizione dalla lunga gittata dei Crociati che poteva portare al pareggio e ai supplementari, risulta corta. Questi sono i play off bellezza: lo dice la parola stessa.
E così i pluricampioni rimangono fuori dalla finale per quest'anno, mentre i Chiefs ci arrivano per la seconda volta dopo il 2009, stavolta con uno standing e aspettative decisamente superiori rispetto a quelle che aveva in piena "era sudafricana".
Ad Hamilton attendono l'esito della (semi-)finale sudafricana di domani, per sapere se avranno la finale in casa ospitando gli Sharks o dovranno andare al Newlands di Capetown per incontrare gli Stormers. In ambo i casi da favoriti? Chi lo sa: Stormers e  Chiefs non si sono ancora incontrati quest'anno, mentre con gli Sharks a Durban finì 12-18. 

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