Magazine Diario personale
Nasciamo e cresciamo imparando che dobbiamo passare la vita a lottare contro gli elementi, per raggiungere quello che desideriamo, per sopravvivere, per stare bene... combattere, combattere, combattere. E la maggior parte di noi ci crede. E lotta. E la lotta spesso ci sfinisce, e non sempre raggiungiamo i nostri scopi. Io sono una persona fortunata. Molto fortunata. Ho scoperto che la lotta non serve a nulla. Non è solo un enorme spreco di energie, ma è pure spesso controproducente. Come se tutta la forza che mettiamo per raggiungere uno scopo venisse usata contro i nostri scopi e non pro. Una serie molto incredibile di circostanze mi ha portata ad incontrare persone, libri, eventi, situazioni, circostanze che mi hanno fatta sedere. Ed ho scoperto vivendolo sulla mia stessa pelle che lasciare che il mondo faccia il suo corso permette di raggiungere molte più cose e molto, molto più in fretta che lottando. Mi sembra di aver vissuto una vita cercando l'uscita da un labirinto senza soluzione, e nell'istante in cui ho iniziato a non preoccuparmi più di trovare l'uscita... eccola. E non solo l'uscita, ma molte altre cose in cui prima non avrei mai sperato. C'entrano un fisico quantistico russo, un'artista ligure, una costellazione famigliare tosta ed una donna che si è innamorata di me con semplicità. Il detto buddista che cita "se un problema non puoi risolverlo, perché preoccuparsi, e se lo puoi risolvere, perché preoccuparsi", ecco, di colpo ha un senso effettivo e tangibile. Se guadro a quante energie ho sprecato nella mia vita girando su me stessa per lottare... convintissima che l'unico modo per "vincere" fosse effettivamente la lotta... Ma non è così. La lotta porta lontani dagli obiettivi, dai desideri veri. Io sono solo alle prime armi, ma già mi rendo conto di quanto i miei desideri, o meglio bisogni intimi sono così lontani da dove mi sono spinta nella mia vita... è così eclatante e semplice da essere quasi miracoloso. E lo sarebbe se mi fossi svegliata così da un giorno all'altro, ma ero presente durante tutto il viaggio. Un viaggio strano, incredibile, affascinante e... che termine usare? Forte? Intenso? Incredibile? Non parlo di inerzia, anzi, di pura azione, ma azione intimamente intenzionale ed indirizzata esclusivamente al mio scopo più vero. Ed accade. Puf... Accade e basta. Vadim mi ha detto "lascia che sia semplice", l'artista mi ha detto "lascia che sia semplice", la mia compagna mi ha detto "smetti di preoccuparti quando non puoi fare nulla". E la serie di indizi mi ha portata a fare questo viaggio. Sto imparando a fare i primi passi, ma la cosa incredibile è che non richiede sforzo, solo azione mentale. Intuitiva, istintiva, semplice. Il mondo è come lo vediamo. Io lo vedo semplice, ci faccio surf. E prendo onde magnifiche!