Sonda a fine corsa - Il “cavallo pazzo” scende dalla bici di Eros Maccioni.
A soli 19 anni il corridore di Cassola ha deciso di abbandonare l’agonismo. Inutile il pressing di amici e tecnici: «Non ho più le motivazioni per gareggiare»Dario Sonda ha detto basta: il campione scende dalla biciclettaA casa sonda è un via vai di allenatori, tecnici, ex corridori, semplici amici. Cercano di riportare in sella il corridore più potente che si sia visto da queste parti da qualche decennio in qua. Ma lui ha deciso e non vuole tornarci sopra: con la bicicletta dario sonda ha chiuso. Fra gli addetti ai lavori la notizia ha creato un certo sgomento. E c’è da capirli. Non capita spesso di vedere un campione del mondo e pluricampione italiano abbandonare di punto in bianco una carriera ormai tracciata, e per giunta senza troppi rimpianti.dario sonda, il cavallo più pazzo del ciclismo vicentino, sin da ragazzino aveva abituato il suo entourage alle sue bizzarrie, ma stavolta li ha spiazzati davvero tutti. Ad iniziare da papà Renato, che lo aveva messo in bici quando aveva otto anni. «Ho deciso di smettere per una serie di motivi - spiega laconico il diciannovenne di Cassola -. All’inizio di questa stagione ho avuto un problema muscolare, poi mi sono infortunato ad un dito e quando sono guarito mi sono reso conto che non avevo più le motivazioni per continuare a fare il corridore. Ora guardo avanti, a giorni inizierò a lavorare come rappresentante nel settore del ciclismo e potete stare certi che non mi rivedrete con il numero appuntato alla schiena».L’anno scorso, da junior, dario sonda aveva vinto quattro titoli italiani su pista, un argento agli europei e si era laureato campione del mondo nello scratch, una delle discipline della pista. Correva con la Sandrigosport, alla quale aveva regalato anche cinque vittorie su strada. A fine stagione era uno dei corridori più corteggiati dalle squadre di dilettanti. L’ha spuntata la Trevigiani Dynamon Bottoli di Mirko Rossato, società che sforna professionisti a getto continuo. Il 2010 è iniziato male, un po’ per i guai alla salute, un po’ per una certa difficoltà ad ingranare con le regole della squadra. sonda ha disputato solo sei gare. Nel volgere di poche settimane lo sprinter italiano più acclamato, dario il fenomeno, è uscito dall’organico della Trevigiani, e allora tutti a chiedersi che fine avesse fatto sonda: sparito .dario sonda ha iniziato a correre da giovanissimo con il Cassola. Era il più forte. Batterlo non era improbabile, era impossibile. Ogni anno vinceva fra le 25 e le 27 gare, praticamente tutte. Anche da esordiente il suo bilancio annuale era di venti vittorie all’anno. Dotato di un fisico particolarmente sviluppato, tanto da sembrare un atleta più maturo rispetto alla sua età, ha continuato a imperversare anche da allievo e da junior, alternando con lo stesso successo la strada e la pista.I commissari tecnici dell’Italia gli hanno subito messo gli occhi addosso.Un ciclista di questo stampo aveva già le porte aperte verso il professionismo. Sarebbero bastati un paio d’anni all’altezza di quelli precedenti e il gioco era fatto. Ma nessuno aveva fatto i conti con quello che frullava per la testa di sonda, il cavallo più pazzo, che nessuno, nemmeno il suo infinito talento, è riuscito ad imbrigliare.