Il simpaticissimo
Aleksandr Kuschynki.
Miglior piazzamento: 174esimo
Siete bellissimi perchè amate la Fidal.
Siete bellissimi perchè credete che lo Sporting Braga conquisti l'Europa League.
Siete bellissimi perchè vi piaceva di più quando
si chiamava Coppa UEFA.
Siete bellissimi perchè sperate che quest'anno il Giro lo vinca
Aleksandr Kuschynski e siete bellissimi perchè sapete che l'unica forma di doping che userà sarà la celeberrima vodka bielorussa Minskaja.
Siete bellissimi perchè non vi interessa sapere che il Milan è campione d'Italia, ma piuttosto che Carlos Franca del Chiavari Calcio Caperana finora ha segnato 18 goal, e tutti bellissimi.
Ma soprattutto, siete bellissimi perchè vi soffermate a leggere queste improbabili righe.
A noi piacciono tutti gli sport, ma proprio tutti eh.
La cosa più bella di Signa?
Il panorama della Lastra.
Sapete ormai benissimo che Viva la Fidal si muove sul territorio con movenze felpate per scovare qualsiasi manifestazione sportiva degna di essere raccontata.
Il sottoscritto poi, fulminato in età puerile dalle pagelle sportive,
non risparmia voti e sentenze che già hanno condizionato più di una promettente carriera.
La ressa di fronte
all'impianto lastrigiano.
Territorialmente, siamo segnati da una preistorica rivalità con i vicini signesi: di fronte agli attriti dei due comuni, Pisa e Livorno paiono amiche d'infanzia.
Match tesissimo, forza dell'ordine in allerta e più di 17 spettatori accalcati sulle recinzioni hanno fatto da sfondo a questo scontro fra titani.
Questa è la cronaca dei fatti.
Amm.ne comunale LASTRA Vs Amm.ne comunale SIGNA 10 a 3
Pomeriggio arido, sole alto nel cielo e temperature proibitive aspettavano i valorosi che si son dati battaglia in nome della supremazia comunale.
"This is Anfield" dicono a Liverpool. "Questo l'è lo Stadio Comunale" diciamo alla Lastra.
Partita tiratissima: le squadre hanno avuto difficoltà a sbloccarsi; ingrippate negli schemi tattici studiati al millimetro c'è stato poco spazio per le sublimi doti tecniche dei lastrigiani.
Questa è la filosofia adottata
dai nostri campioni.
Un 10 a 3 finale che non lascia spazio a dubbi: la riva giusta dell'Arno è la nostra.
Un'immagine di Tarchi
all'uscita degli spogliatoi.
TARCHI: un passato dedicato a pedali, rapporti, moltipliche e borracce può essere utile a diventare una saracinesca del rettangolo verde? A quanto pare, si. Fasciato in una tuta integrale che fa disidratare al solo sguardo, il buon Alessandro zompetta sotto il sole di picchio come se nulla fosse: l'area di rigore è diventata il suo nuovo habitat e si prodiga in respinte al limite con una naturalezza imbarazzante. Nella seconda metà di gioco subisce 3 reti ma solo perchè ormai era già con la mente al Giro d'Italia. E' il Petacchi dell'area piccola.
FERRACANI: artista del dribbling più estremo e seguace della finta di corpo, rintrona gli avversari a suo di veroniche palla al piede. Si esalta quando gli spazi si fanno angusti e cerca di scartare chiunque, compagni di squadra e arbitro compresi. Suo il goal di apertura dell'incontro, segnato con un potente destro dalla media distanza. Dopo pochi minuti di gioco sfavillante, "il caso":
Ferracani abbandona il campo per seguire da vicino le gesta della figlia impegnata in un meeting di atletica. Secondo i soliti beninformati pare invece abbia mollato per non infierire sugli avversari; una scelta che, se confermata, non ci sentiamo di condividere vista soprattutto la provenienza geografica degli avversari odierni. Dribblomane a tempo determinato.
La giostra del goal biancorossa.
CAVOLI: vecchia conoscenza dei campi sintentici, il buon Dani si mette all'opera per dare geometrie e qualità al gioco lastrigiano. Se la squadra ha macinato gli abitanti dell'opposta riva dell'Arno, gran parte del merito è suo. Unisce sapienza tattica ad abilità tecniche invidiabili che lo fanno salire per tre volte sulla giostra del goal biancorossa. L'unico neo della sua prestazione da incorniciare è estetico: perchè quelle righe gialle sui pantaloncini blu? Confidiamo in una semplice distrazione. Tecnigrafo.
Becagli ripreso poco prima
della sostituzione.
Calistri in allenamento.
CALISTRI: gira voce che tra i signesi fosse già nota la leggenda dei suoi polpacci distruttori. E quest'oggi, i gialloblu che ancora non ne avevano sentito parlare, hanno avuto una bella lezione di epica. Stefanone si aggira per il terreno di gioco mietendo vittime ad ogni contrasto: non una tibia regge al confronto della sua potenza, non c'è caviglia che possa resistere l'impatto del suo piede di roccia. La sola imposizione del polpaccio annienta gli avanti avversari che più di una volta sono costretti a chiedere pietà dinanzi alla sua furia. E quando decide di segnare, piazza due goal, giusto per non farsi mancare niente. Muricciolo con i polpacci.
Il sogno di una vita di Marinesi.
MARINESI: ha dalla sua parte la calma dei forti che gli permette di scegliere sempre la giocata giusta al momento giusto. Determinante per gli equilibri tra attacco e difesa, si concede varie ed eventuali scampagnate in avanti che gli permettono di segnare un paio di reti di pregevole fattura. Non è immune alla situazione climatica e gioca in bilico tra la perfetta compensazione dello sforzo e la crisi cardio-circolatoria più acuta. A fine partita, raggiunto in extremis dai nostri microfoni dichiara: "Bella partita, dedico questa vittoria a tutta Lastra a Signa e all'allenatore che ha saputo credere in me. Ah, da piccolo volevo fare il vigile del fuoco." Professor recupero.La decisione di Marcello di occuparsi
dei bagnanti, ha spianato la carriera
a questo signore.
Gli immortali. Le loro gesta rimarrano nei nostri cuori e
saranno narrate dai libri di storia. GRAZIE RAGAZZI!
riccardo
viva la fidal