di Iannozzi Giuseppe
per Vany, la mia sola Angioletta
Latte e borotalco
Latte e borotalco,
il profumo buono
d’una bambina
che prega dorme sogna
Il profumo genuino
del Natale
che per un giorno
viene e poi se ne va
Un piccolo morso di dolcezza
là dove per tutto l’anno
regna la tristezza
Una bambina a piedi nudi
che al mattino un bacio
sulla guancia mi stampa
Una bambina piccola così,
che sulle mie forti gambe
si accoccola come gattina
fingendosi stanca stanca
Per questo Natale
non chiedo molto,
solamente il meglio,
una tenera bambina
con occhi di commozione
Una bambina da coccolare,
e sulla sua bocca riscoprire
la persa bontà della spiritualità
Latte e borotalco,
il profumo del Buono
sul petto d’un’angioletta
pregandola di non volar
lontano, da me via
Ballerina dei Sogni
Ballerina dei Sogni, il crepuscolo caduto su noi e le stelle già quasi tutte brillarelle, ma morde il freddo il didietro di buoni e cattivi; e pian piano si van corrompendo nella nebbie le luci del Natale, e con pesantezza le campane delle chiese bussano all’orecchio; non rimane che la notte, forse uno spicchio di Luna se saremo fortunati, chi può dirlo…! Un fiocco di neve forse cadrà, e domattina così ogni cosa coperta di bianca verginità. Aspettando del mattino la prima luce, Ballerina dei Sogni, in punta di piedi bacio ora la tua beltà.
Timida paura
di RomanticaVany e Iannozzi Giuseppe
Mi accomodai
sulle sue ginocchia
cercando di celar impulso
di selvaggia follia,
come se il desio
di compiacer lui
al di sopra
di chiunque altro
le fantasie mie
popolasse tutte.
Mi procurava
voglia segreta,
l’inizio
d’un’appartenenza;
se incolume però
avessi voluto
un dì venirne fuori,
non m’era concesso
d’abbandonarmitotalmente.
Per vaghi momenti
recuperavo io
sfilacciati lembi
di coscienza,
mentre lui con l’indice
mi segnava dall’alto
in basso sulla pelle
la sua supplica;
e io a negarmi
timida paurosa.
Mai stanco
sconosciuto
e prezioso
l’appagamento
nostro complice;
e così ostili noi
ad abdicare
l’uno in favore
dell’altro.
Qual tormento
per voluttuosità
sempre più votata
a infiammata lussuria.
Alla finestra
mi avvicinavo
prima di salutarlo
perché
non s’accorgesse
del rossore
a lambirmi le guance.
Sì illuminante…
imbarazzante
la felicità intrisa
nell’ultimo ross’oro
del giorno al tramonto.