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Latte e cancro: il dibattito si infiamma!

Da Nicla

Schermata 2015-08-28 a 19.39.1524 anni fa il prof. T. Colin Campbell scriveva, per la prima volta sulla base di ricerche scientifiche, della pericolosità della caseina, una delle principali proteine contenute nel latte, accusata di facilitare l’insorgenza e lo sviluppo del cancro.

A distanza di tanti anni il dibattito sulla correlazione “caseina e cancro” tuttavia non si è ancora appianato.
Da una parte i sostenitori della necessità nutrizionale di questa proteina soprattutto in alcune fasce d’età come quella pediatrica o in condizioni di estrema carenza come dopo una chemioterapia o  nel corso di una malattia degenerativa.
Dall’altra i demolitori di questa sostanza additata come nociva all’uomo e pro-infiammatoria, ovvero costruttrice di quella condizione patologica del corpo di cui il cancro si nutre e prolifica.

Tuttavia, più la scienza dibatte e si addentra nei meandri delle nostre cellule e più la confusione per noi comuni fruitori di tali studi e ricerche si fa seria.

Quanto il latte e i suoi derivati sono nocivi alla nostra salute?

E soprattutto, è davvero così?

Spulciando su PubMed è facile osservare come la correlazione tra latte e cancro alla prostata e in genere tra i differenti tipi di tumore ormone sensibile sia sempre più evidente. Pubblicazioni recenti e studi correlati stanno infatti evidenziando come il latte giochi un ruolo importante nell’insorgenza di queste tipologie di cancro e nel loro sviluppo successivo.

Tuttavia la discussione continua.

Come agisce esattamente la caseina sul cancro?
Quale il suo ruolo effettivo?
Quale il peso del contesto generale?
Quanto conta la geneticità?

Le questioni sono tante. E le domande anche.
Come può la caseina, che nel nostro stomaco viene idrolizzata in aminoacidi e piccoli peptidi, divenire cancerogena? In quale punto del suo percorso diviene pericolosa? E perché?

Questa è una delle diverse questioni sollevate oggi in Italia che porta in risalto il ruolo dell’intestino quale barriera naturale all’accesso nel sangue di potenziali cancerogeni o sostanze nocive, caseina in primis.
Un buon funzionamento intestinale e una conduzione fisiologica di questo organo centrale della salute umana se correttamente “allenata” sembrerebbe dunque più importante dell’astensione totale dalla dieta di sostanze ritenute potenzialmente dannose.

Ma quali sono queste condizioni ideali?

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La bionutrizionista Marion Kaplan ritenuta in Francia una delle principali autorità di divulgazione scientifica in tema di nocività del grano e del latte, nello specifico della gliadina e della caseina, spiega nelle sue pubblicazioni la pericolosità intrinseca giocata da queste due sostanze alla permeabilità intestinale e del nostro sistema immunitario, spingendo ad una loro totale eliminazione dalla dieta.

Tuttavia è certo che non solo la caseina è potenzialmente infiammante, Anche una scorretta alimentazione su base vegetale o di tipo vegana può sortire lo stesso effetto sul nostro intestino. Così come una cattiva masticazione, una situazione di stress o un momento di particolare debolezza emotiva.

Insomma, che cosa dobbiamo fare?

Una cosa è certa.

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Una alimentazione su base vegetale e integrale, anche se non totale ma rispettosa del 10% di tolleranza di prodotti di origine animale già riscontrato negli studi del prof. T. Colin Campbell, si sta dimostrando su base sperimentale (in uno studio seguito da esperti italiani) la più disinfiammante e disintossicante del corpo umano, interagendo positivamente contro la tossicità da metalli pesanti.

Solo un caso?
Oppure c’è ancora tanto da dire e scoprire?

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Su questo punto il pensiero del prof. T. Colin Campbell, tra gli esperti numeri uno in tema di nutrizione, non ha dubbi.

Nel nostro modello sperimentale è risultato evidente come la caseina alimenti il tumore, promuova l’IGF, diminuisca le cellule killer che naturalmente eliminano le cellule tumorali, diminuisca la riparazione del DNA  e aumenti la formazione di radicali liberi- ribatte-. Tuttavia occorre tenere presente che questo si verifica solo quando la proteina è presente in eccesso rispetto ai  fabbisogni proteici. C’è da chiedersi ora, quanti seguono una alimentazione così accorta e bilanciata. Una tipica dieta occidentale supera abbondantemente il fabbisogno proteico, in qualunque fascia d’età e questi risultati più molti altri suggeriscono che la caseina non solo è la sostanza cancerogena più rilevante mai identificata, ma è anche uno dei nutrienti più problematici che tutti noi consumino in eccesso credendolo sano.”

Tuttavia il dibattito continua. Con sano bene placito dell’autore di The China Study.

“I miei studi sono arrivati fino a questo punto. Ora è necessario andare avanti”.

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