Latte tossico e cancerogeno veniva venduto come buono
Vendevano latte tossico e dannoso, contenente sostanze altamente cancerogene, adulterato per falsificare le analisi. I Nas di Udine hanno arrestato 7 persone (una in carcere e 4 ai domiciliari) oltre ad un obbligo di dimora, dopo una lunga indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi, e dal Sostituto, Marco Panzeri, accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, all'adulterazione di alimenti ed al commercio di derrate nocive, operante nella provincia di Udine e con ramificazioni in altre regioni d'Italia.
Gli indagati sono 26, di cui 17 allevatori del consorzio Cospalat. L'unico a finire in carcere e' Renato Zampa, di 52 anni, di Pagnacco (Udine), presidente del consiglio direttivo e legale rappresentante del consorzio Cospalat del Friuli Venezia Giulia, considerato, per l'accusa, promotore e capo dell'associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio, al commercio di sostanze alimentari nocive e adulterazione sostanze alimentari.
I circa 300 Carabinieri del NAS e dei Comandi Provinciali, hanno eseguito nell'ambito dell'operazione - in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia - 86 perquisizioni locali e personali. Le indagini hanno consentito di accertare che il presidente, due dipendenti di un consorzio di allevatori della provincia di Udine ed una consulente esterna ritiravano latte dagli imprenditori agricoli associati (di cui alcuni certificati per la produzione di formaggio "Montasio DOP" ), lo miscelavano e lo destinavano alla preparazione dell'alimento tutelato, violando in tal modo il disciplinare che garantisce al consumatore le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche del prodotto.
Dalle indagini è inoltre emerso che 17 allevatori (denunciati a piede libero) ed i responsabili del consorzio, nonostante fossero a conoscenza della contaminazione da aflatossine (sostanze notevolmente cancerogene) di diverse partite di latte, le diluivano con prodotto non contaminato rendendolo idoneo ai controlli analitici effettuati dagli acquirenti. Tale illecito veniva favorito dalla complicità di un laboratorio di analisi della provincia di Udine (2 responsabili sono tra le persone tratte in arresto) che, quando dalle analisi eseguite per conto del consorzio emergeva la presenza di tossine in quantità superiore a quella consentita, alterava i referti ed il latte risultava sempre e comunque idoneo per la commercializzazione.
È stato infine accertato che due autisti che operavano per il consorzio sottraevano - ad ogni consegna - alcuni quintali di latte ristabilendone poi il peso originario mediante l'aggiunta di acqua.